Il ministro degli Esteri Moavero Milanesi ha contraddetto la linea politica del ministro dell’Interno Salvini oggi, 8 agosto 2018, nel corso della commemorazione per il disastro di Marcinelle, in Belgio (qui tutti gli aggiornamenti in tempo reale sul governo).
L’evento era dedicato al ricordo delle 262 vittime, di cui 136 italiani, che persero la vita nell’incendio alla miniera del Bois du Cazier, l’8 agosto del 1956.
“Non dimentichiamo che Marcinelle è una tragedia dell’immigrazione, soprattutto ora che tanti vengono in Europa”, ha detto il ministro.
“Non sottostimiamo la difficoltà di gestire un tale fenomeno, ma non dimentichiamo che i nostri padri e nonni erano migranti”.
“Siamo stati una nazione di emigranti, siamo andati stranieri nel mondo cercando lavoro”, ha continuato Moavero, esprimendo così la sua linea in merito all’immigrazione.
“Bisogna ricordarlo quando vediamo arrivare in Europa i migranti della nostra travagliata epoca”.
Il ministro degli Esteri ha usato la tragedia di Marcinelle per fare un parallelo tra le sofferenze patite dagli italiani e i migranti provenienti oggi dall’Africa alla ricerca di un futuro migliore.
“La tragedia di Marcinelle rappresenta prima di tutto la memoria del nostro Paese, del ricordo di tante persone che lasciavano l’Italia per andare a trovare un lavoro fuori”, ha dichiarato il ministro.
“Noi dobbiamo essere fieri di aver costruito un Paese che è riuscito a dare per tante generazioni lavoro in Italia senza più doverlo abbandonare. Oggi che siamo nei postumi della crisi economica, e che siamo di fronte alle sfide della migrazione, non dobbiamo dimenticare queste tragedie del passato che fanno parte di noi stessi, di quello che siamo stati e di quello che siamo”.
Gli italiani, sottolinea quindi il ministro, sono stati a loro volta dei migranti, costretti a lasciare il proprio paese per cercare fortuna all’estero.
“Siamo stati, fino ai primi anni Sessanta del Ventesimo secolo, appena ieri, una nazione di emigranti nel mondo” ha sottolineato Moavero.
“Anche in Europa siamo andati stranieri, in paesi stranieri, cercando lavoro. Partivamo, sovente con grandi disagi, alla volta di quegli stessi Stati europei (Belgio, Francia, Germania e altri) nei quali adesso possiamo andare a lavorare: cittadini dell’Unione europea, fra altri cittadini della medesima Unione europea, con analoghi diritti e doveri”.
“Gli italiani emigrati e i loro discendenti hanno saputo inserirsi, a pieno titolo, con valore e vigore, nelle realtà estere in cui si erano recati”.
Nella stessa giornata, anche il presidente della Camera, Roberto Fico, ha espresso il suo dissenso verso la linea di Matteo Salvini in tema immigrazione.
“Le vie legali di accesso sono coerenti al cento per cento con la lotta alla tratta degli esseri umani. Un’immigrazione controllata, sostenibile, come avviene in Canada, può portare benefici per tutti. Dove questo non avviene, dove non si integra, crescono lo scontro sociale e la paura”.
Leggi l'articolo originale su TPI.it