In un’intervista al quotidiano La Stampa, il ministro per la Famiglia e le disabilità Lorenzo Fontana ha lanciato un monito ai suoi alleati di governo.
Fontana ha molti progetti per il suo ministero, che tuttavia al momento è privo di risorse: “I progetti ci sono e l’attesa è grande, anche perché è la prima volta nella storia italiana che esiste questo ministero. Però ci vogliono anche le risorse. Confido che arrivino dalla Finanziaria”.
Se ciò non dovesse accadere, però, il ministro sarebbe pronto anche ad un clamoroso passo indietro: “Aiutare famiglie e disabili è una scelta etica più ancora che politica. O l’economia è al servizio dell’uomo o l’uomo dell’economia. Se non riusciremo a essere vicini ai disabili, a fare qualcosa di concreto, vorrà dire che il ministro non serve. E ne trarrò le conseguenze”.
Parole sibilline, pronunciate da quello che, assieme a Salvini, è forse il ministro più discusso e divisivo dell’esecutivo M5s-Lega.
Fontana si è infatti distinto per una serie di dichiarazioni estremamente controverse su diritti degli omosessuali, famiglie arcobaleno, aborto.
Pochi giorni fa ha dichiarato di volere abolire la legge Mancino.
“I fatti degli ultimi giorni rendono sempre più chiaro come il razzismo sia diventato l’arma ideologica dei globalisti e dei suoi schiavi (alcuni giornalisti e commentatori mainstream, certi partiti) per puntare il dito contro il popolo italiano, accusarlo falsamente di ogni nefandezza, far sentire la maggioranza dei cittadini in colpa per il voto espresso e per l’intollerabile lontananza dalla retorica del pensiero unico. Una sottile e pericolosa arma ideologica studiata per orientare le opinioni”, ha detto il ministro.
La legge Mancino, voluta dall’allora ministro dell’Interno Nicola Mancino, è il principale strumento legislativo per la repressione di crimini d’odio. La norma sanziona e condanna gesti, azioni e slogan legati all’ideologia nazifascista, e che hanno come scopo l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali.
In un’intervista al quotidiano La Verità dello scorso 30 luglio, Fontana aveva invece dichiarato che “non si possono riconoscere i figli di coppie dello stesso sesso nati all’estero grazie a pratiche vietate in Italia come la maternità surrogata. Va fatto rispettare il divieto, evitando che il ricorso a queste pratiche all’estero si traduca in un aggiramento del divieto in Italia”.
Fontana, in quell’occasione, aveva parlato anche di aborto: “In molti casi è per una preoccupazione economica che alcune donne decidono di non avere figli. Mi piacerebbe che lo stato fosse più vicino a queste donne per far capire loro che, nel dubbio, un figlio è meglio farlo”.
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