I pronto soccorso dell’esercito possono essere presidiate dalle forze dell’ordine. È quanto affermato dalla ministra della Salute Giulia Grillo, nel suo intervento davanti alle commissioni riunite di Camera e Senato, affrontando il tema delle crescenti aggressioni subite dal personale sanitario o dalle guardie mediche.
“Ho inviato una richiesta per vedere se potevo aumentare la presenza delle forze dell’ordine in alcune strutture. Non amo il concetto di militarizzare ma è una situazione tale per cui i sanitari hanno quasi paura di andare a lavorare, specialmente nei pronto soccorso e specialmente in certi territori”, ha detto la ministra. “Ci sono pronto soccorso che in Campania e in Sicilia, per esempio, settimanalmente registrano episodi di violenza. Non bisogna immaginare di tenere attivi sempre questi presidi».
“Questo è un problema che non riguarda solo i sanitari ma anche i cittadini che sono esasperati”, ha proseguito. “È chiaro che un sanitario che viene aggredito non può soccorrere un codice rosso che arriva nel frattempo al pronto soccorso. C’è una situazione sulla quale intervenire subito, poi ci vogliono misure più strutturali”.
Ha poi precisato: “Potrebbe essere una soluzione momentanea contro una situazione emergenziale”.
Lo scorso 31 luglio a Catania, all’ospedale Vittorio Emanuele, una paziente aveva cercato di aggredire con l’asta della flebo il medico di turno in servizio al pronto soccorso. Era stato l’intervento di un agente di polizia a bloccare la donna, arrivata in ospedale con sua figlia, che doveva medicare una ferita al collo. In codice giallo, la mamma della ragazza aveva chiesto di superare la fila e aveva cercato di aggredire la dottoressa che, invece, stava facendo rispettare i turni. La signora era stata poi denunciata e la dottoressa aveva avuto una prognosi di tre giorni per stato d’ansia.
In Sicilia era stata la tredicesima aggressione in quattro mesi. In quell’occasione, la ministra Grillo aveva annunciato che avrebbe inasprito le pene.
“L’ennesimo, gravissimo episodio di violenza nei confronti di una dottoressa accaduto al pronto soccorso dell’ospedale Vittorio Emanuele di Catania desta nuovo sconcerto e grande preoccupazione. Purtroppo non sono casi rari e isolati, sta diventando ormai una pericolosa costante che non ha e non può’ avere spiegazioni in qualsiasi modo accettabili. Questo grave fenomeno mi aveva i già convinta della necessità di un intervento legislativo”, aveva dichiarato.
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