L’8 marzo di ogni anno ricorre la festa delle donne, più formalmente nota come la Giornata Internazionale delle Donne, che celebra i risultati ottenuti dal sesso femminile nelle lotte per i loro diritti politici, economici e civili e contro ogni forma di discriminazione.
All’inizio del Novecento l’indicazione di una giornata internazionale per i diritti delle donne è stata fortemente politicizzata. Oggi è riconosciuta dall’Onu, che la reputa un’occasione per raggiungere la piena parità dei sessi.
Ma perché il giorno della Festa delle donne si regalano le mimose, e soprattutto da dove vengono questi fiori che si donano l’8 marzo?
L’usanza di regalare le mimose è principalmente un’abitudine tutta italiana. Nel 1949, a guerra finita, è nata l’idea di donare il “fiore giallo” proprio da tre donne italiane: Rita Montagnana, moglie di Palmiro Togliatti, Teresa Mattei e Teresa Noce.
Il trio di donne dell’UDI (Unione Donne Italiane) scelse questo fiore come simbolo dell’8 marzo, in opposizione all’idea iniziale della violetta, perché era uno dei pochi fiori che fiorivano nel periodo di fine inverno e perché era economico.
La mimosa era anche il fiore che i partigiani regalavano alle staffette. Negli altri paesi del mondo per l’occasione invece si è soliti regalare alle donne fiori generici.
Il fiore in questione è considerato anche un simbolo di collettività, come suggerisce anche il suo aspetto: composta da tanti piccoli pallini che insieme formano il fiore dalla mimosa. È la metafora delle donne che, insieme, possono unirsi e lottare per i propri diritti.
Da dove vengono le mimose
Questo simbolo ha anche un importante valore ambientale: le mimose infatti sono tra i pochissimi fiori in grado di fiorire in anticipo rispetto alla primavera astronomica.
Ma non solo, Coldiretti, la principale Organizzazione degli imprenditori agricoli a livello nazionale ed europeo, ha dichiarato che l’oltre 90 per cento dei ramoscelli gialli che regaliamo l’8 marzo sono tutti di origine nazionale e provengono dalla provincia di Imperia, in Liguria, dove operano 1500 produttori.
E, oltre all’importante valore per la produzione nazionale, apportano risvolti positivi anche per la riqualificazione di zone marittime “la mimosa è prodotta con tecniche eco-compatibili, soprattutto nei tipici terrazzamenti che si affacciano sul mare, altrimenti destinati al degrado e all’abbandono” secondo quanto dichiara Coldiretti.
I primi mesi del 2018 sono stati caratterizzati dall’ondata di gelo siberiano che ha colpito tutta la penisola, motivo per cui quest’anno la raccolta delle mimose è avvenuta in anticipo in modo da riuscire a sottrarre i fiori alla morsa del freddo. Coldiretti ha dichiarato che sono stati salvati fino a 12 milioni di ramoscelli dalle temperature rigide dei mesi scorsi .
Origine del fiore
La mimosa è un’acacia dealbata, arbusto sempreverde originario delle zone tropicali, che insieme al genere della mimosa appartiene all’unica famiglia delle Leguminose, spiega Coldiretti.
Le varieta’ piu’ diffuse sono la Floribunda e la Gaulois che e’ piu’ rigogliosa. Le foglie di mimosa, composte da tante foglioline verde chiaro, in caso di pericolo (per esempio se vengono sfiorate o la temperatura supera i 20 gradi) si ritraggono, ed e’ per questo particolare atteggiamento che ha preso il nome scientifico “mimus”, dal latino attore mimico. La mimosa venne introdotta in Europa intorno al 1820 e con il passar del tempo riusci’ ad adattarsi molto bene al clima Italiano, soprattutto nelle zone temperate come la Liguria, conclude Coldiretti.
Come conservarla
Coldiretti consiglia di conservare la mimosa tagliando prima di tutto gli steli, che vanno poi immersi in acqua inacidita con due gocce di limone per due ore. I fiori devono essere posizionati in penombra e in un ambiente fresco e umido.
#festadelladonna, Coldiretti: mimose e fiori per 1 donna su 2. Se il 39% degli italiani ha scelto fra i 12 milioni di mimose prodotte in Italia, l’8% ha optato per altri fiori, il 14% ha scelto dolci, cioccolatini e altri doni, mentre 4 italiani su 10 non regalano nulla #8marzo pic.twitter.com/dyrbfZrByk
— Coldiretti (@coldiretti) 8 marzo 2018
Oggi, giovedì 8 marzo 2018, si svolge anche uno sciopero globale delle donne con manifestazioni ed eventi organizzati in moltissime città italiane.
Al centro dello sciopero c’è il “Piano Femminista contro la violenza maschile e di genere” realizzato dal collettivo “Non una di meno” e abbiamo chiesto a loro di che si tratta: Sì, partecipi allo sciopero femminista. Ma sai per cosa stai manifestando?
A rispondere alla chiamata internazionale, come lo scorso anno, il movimento che negli ultimi due anni ha avviato un percorso di confronto e di mobilitazione collettiva tra diverse realtà femminili e femministe.
Già nel 2017 l’affluenza per lo sciopero generale dell’8 marzo era stata fortissima, e il percorso del movimento è proseguito fino a portare, a novembre 2017, alla presentazione del Piano Femminista contro la violenza maschile sulle donne e la violenza di genere. Proprio questo documento, realizzato dopo un anno di assemblee e tavoli di lavoro, sarà al centro dello sciopero e delle manifestazioni di piazza di giovedì.
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