Silvia Sorana e Francesca Chiappa gestiscono una libreria e una casa editrice nel maceratese. Sono entrambe di Visso, uno dei comuni devastati dai terremoti che hanno colpito il centro Italia il 24 agosto e il 30 ottobre 2016, con magnitudo, rispettivamente, di 5.9 e 6.5 della scala Richter.
Tra gli edifici danneggiati, le scosse sismiche hanno seriamente compromesso il Museo dei Manoscritti Leopardiani, che custodiva gli originali dei sei Idilli del celebre poeta.
Proprio in onore di uno dei suoi sonetti più famosi, l’Infinito, è nato il progetto Futuro Infinito che si propone di raccogliere donazioni di libri da tutta Italia per ricostruire la biblioteca che è andata distrutta con il terremoto.
Un gesto simbolico e concreto, per tenere unita la comunità marchigiana oggi sparpagliata nei vari punti accoglienza allestiti lungo la costa adriatica.
In poco tempo sono già pervenuti oltre mille volumi da tutta Italia, e donazioni da Spagna e Francia, con centinaia di messaggi personalizzati con cui ogni lettore ha motivato la scelta del libro inviato.
“In un primo momento i libri saranno distribuiti in modo itinerante alle famiglie di Visso che si trovano sulla costa. Non appena il borgo tornerà agibile, l’intenzione è quella di costituire una nuova biblioteca che sia un punto di riferimento per la comunità”, racconta Silvia Sorana.
L’appello lanciato sui social, sulle radio e sul web vuole attirare l’attenzione sui luoghi devastati dal sisma per non far spegnere i riflettori in un momento particolare, come quello della ricostruzione, che richiede tempo e impegno da parte di tutti.
In questo periodo, in cui il vocabolario dei vissani è pieno di parole che riconducono alla catastrofe, il progetto Futuro Infinito si propone di raccogliere libri dedicati dai lettori e selezionati in base al tema dell’utopia, delle favole e dei sogni. “Per ricostruire la comunità partendo dalle relazioni, in cui i libri divengono i mattoni di pensieri positivi”, spiega Silvia.
Oggi non esiste ancora un’idea di come possa essere ricostruita Visso, ma la biblioteca potrebbe diventare il centro da cui ripartire, anche per un impiego di personale che parta dalla catalogazione e dalla cura dei volumi.