La loro parola chiave: “Berlusconi”. Per undici spacciatori, accusati di traffico internazionale di stupefacenti, è scattato il mandato di arresto per traffico internazionale di droga.
Per parlare tra di loro avevano inventato un ingegnoso sistema di crittografia, usando una parola di dieci lettere tutte diverse. E ad ogni lettera era associato un numero. In questo modo si passavano informazioni e contatti. La parola era “Berlusconi”.
Lo ha scoperto la squadra Mobile di Milano, nell’indagine “Brave Heart” che ha portato al mandato di arresto a carico di 11 persone per traffico internazionale di stupefacenti: di questi tre sono ancora in fuga.
L’organizzazione, divisa in due gruppi, gestiva un grosso traffico di cocaina dall’Olanda, destinata al mercato di Milano. Durante l’indagine, durata circa due anni – da fine 2016 ad oggi – la polizia ha sequestrato oltre 40 chili di cocaina pura al 92%, che venduta al dettaglio può valere oltre 4 milioni di euro.
Droga dall’Olanda in Italia
Dall’Olanda venivano fatte partire le auto che facevano da corriere, di solito di media cilindrata, e modificate apposta per contenere il carico di panetti e soldi.
Contrariamente a quanto solitamente avviene, ovvero l’utilizzo di manodopera straniera per i lavori più “umili e pericolosi” come il trasporto, in questo caso i capi albanesi incaricavano corrieri italiani di fare viaggi attraverso il Belgio o la Germania, per portare i carichi verso la piazza di spaccio di Milano.
Quasi sempre si trattava di autotrasportatori anziani e insospettabili, che avrebbero passato indenni i controlli alle frontiere. A meno di non essere stati posti sotto indagine: nelle auto seguite dai poliziotti sono stati scoperti sistemi di GPS installati nel cruscotto che davano ai capi la possibilità di seguire minuito per minuto il tragitto dell’auto.
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