“Siamo di fronte a numeri crescenti che alla lunga potrebbero mettere a dura prova il nostro sistema di accoglienza” ha dichiarato il premier italiano Paolo Gentiloni, a Berlino, durante il vertice preparatorio del G20. Solo nella giornata del 29 giugno 2017, l’Italia si aspetta che ben 5mila migranti provenienti dalle coste africane raggiungano i propri porti: una situazione che per il paese sta diventando insopportabile.
I porti siciliani, infatti, si sono visti costretti a non far attraccare alcune navi, per cui di questi 5mila arrivi, circa la metà sbarcheranno in Calabria e poco più di mille in Campania. Nel primo semestre del 2017 hanno raggiunto l’Italia oltre 76mila migranti, il 13,43 per cento in più dello scorso anno.
Questa situazione è stata dunque sollevata da Paolo Gentiloni nel vertice di Berlino, in cui ha chiesto all’Unione europea un aiuto concreto. Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, ha dichiarato che l’Italia e la Grecia, i due paesi che hanno avuto il maggior numero di sbarchi da parte di migranti, sono stati “eroici” e stanno molto a cuore all’Ue.
Anche Angela Merkel ha dichiarato che l’Italia va aiutata, ma al fine anche di regolare i flussi di migranti la massima proprietà è la stabilizzazione dei flussi di migranti.
Nel frattempo, al di là delle buone intenzioni, non sono avvenuti passi concreti per risolvere nell’immediato la situazione. Sicuramente il G20 di Amburgo e l’incontro tra ministri degli Interni di Tallin saranno due occasioni per entrare di più nello specifico, ma il governo italiano intanto sta iniziando a valutare i primi possibili provvedimenti.
Il ministro degli Interni Marco Minniti è stato costretto a far invertire la rotta all’aereo che lo stava portando a Washington per tornare in Italia a fronte dei numeri allarmanti degli sbarchi che si stanno verificando nel paese. A fronte di questo dato, diversi giornali hanno attribuito al ministro la proposta di chiudere i porti italiani alle Ong non italiane, in modo da alleggerire la pressione degli sbarchi sul paese. Una proposta che inevitabilmente ha fatto discutere.
Secondo Michele Trainati, responsabile delle operazioni di soccorso di Medici senza frontiere, la proposta di chiudere i porti sarebbe una “non soluzione”.
Secondo fonti dell’Unione europea, qualora questo blocco dei porti dovesse essere portato avanti esso sarebbe valido solo per le navi delle Ong e non per le operazioni Triton e Sophia, entrambe gestite dall’Unione europea.
Il 17 giugno il ministro dell’Interno Marco Minniti aveva già invitato le navi che salvano i migranti a non approdare esclusivamente in Italia ma anche in altri grandi porti europei.
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