La collaborazione attualmente in essere tra Italia e Guardia costiera libica per la gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo è stata denunciata alla giustizia europea perché ha portato a gravi violazioni dei diritti umani che includono torture e schiavismo.
A riportare la notizia è il quotidiano britannico “The Guardian“, riferendo della denuncia presentata a Strasburgo alla Corte europea dei diritti umani dall’organizzazione umanitaria britannica Global Legal Action Network, con l’appoggio dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, dell’università statunitense di Yale e dell’Arci.
La causa si basa essenzialmente sui racconti dei sopravvissuti al naufragio di un barcone avvenuto il 6 novembre 2017, nel quale affogarono 20 migranti.
I17 migranti sopravvissuti, dopo essere stati raggiunti dalla Guardia costiera libica, sono stati riportati in Libia proprio sulla base dell’accordo in questione.
I migranti hanno denunciato di essere stati detenuti in Libia in condizioni di vita inumane.
Secondo l’accusa, l’azione congiunta delle autorità italiane e libiche, finalizzata ad impedire ai barconi di raggiungere le coste dell’Italia costringendoli ad invertire la rotta e tornare in Libia contro la loro volontà, ha comportato che migliaia di migranti sono stati sottoposti a condizioni inumane, a fame, percosse e stupri.
La causa proposta potrebbe minacciare seriamente il piano messo in atto l’anno scorso dal governo italiano, che è stato approvato dai leader dell’Unione Europea e che ha portato ad una netta diminuzione degli sbarchi di immigrati sulle coste dell’Italia.
L’Unhcr (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati) “ha già selezionato in Libia 1.500 persone che hanno diritto alla protezione internazionale. 350 le ha già prese l’Italia con i corridoi umanitari”. Mentre l’Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni) ha effettuato finora “25mila rimpatri volontari assistiti dalla Libia verso i Paesi africani di provenienza” e le istituzioni giudiziarie libiche “hanno spiccato 200 mandati di cattura nei confronti di trafficanti”.
Questo ha fatto sì che dal 1° luglio 2017 al 30 aprile 2018 “siano arrivate in Italia 104mila persone in meno”: sono le cifre fornite a Roma dal ministro dell’interno Marco Minniti, durante la conferenza su “Immigrazione, accoglienza e integrazione” tenutasi il 7 maggio nella sede della Sioi (Società italiana per l’organizzazione internazionale).
L’accordo, finalizzato dal governo di Paolo Gentiloni e promosso dal ministro degli Interni Marco Minniti, prevede che l’Italia addestri, equipaggi e finanzi la Guardia costiera libica, responsabile di farsi carico delle barche di migranti di fronte alle coste della Libia.
Sullo stesso tema, Minniti: “In Libia non possiamo evitare di fare accordi con Haftar e Sarraj.
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