Il giovane era studente dell’Istituto alberghiero Amerigo Vespucci nella capitale: colpito da meningite, il ragazzo è morto il 13 gennaio nel reparto di terapia intensiva pediatrica del Policlinico Umberto I, a poche ore dal ricovero.
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In un’intervista al quotidiano Il Messaggero, la madre del ragazzo, Valeria, si definisce pentita per non aver mai fatto il richiamo del vaccino a suo figlio: “Federico lo avevo vaccinato quando era ancora piccolo per il meningococco B, adesso che era adolescente non ci avevamo pensato agli altri tipi di vaccinazioni consigliate ma sulla base degli esami che verranno fuori, spero che la sua morte non sia vana, che i genitori seguano i consigli dei medici anche sulle vaccinazioni non obbligatorie”.
L’epidemiologo dell’Università di Pisa PierLuigi Lopalco ha dichiarato: “In questa fascia di età il rischio c’è, anche se non è così alto come sembra”, l’ISS, nella figura del medico Walter Ricciardi ha commentato l’accaduto dicendo che “Il consiglio è vaccinarsi sempre”.
La profilassi per i familiari e gli amici che erano stati in contatto con lui è d’obbligo. Le istituzioni hanno espresso cordoglio e vicinanza alla famiglia.
La profilassi, ha reso noto l’assessorato alla Sanità della Regione Lazio, è stata estesa anche preso la scuola frequentata dal ragazzo ed è stato contattato il Miur. Si aspetta l’identificazione del sierotipo del meningococco, procedura che sarà seguita dall’Istituto nazionale per le malattie infettive Inmi-Spallanzani.
Il ragazzo non risultava essere stato vaccinato per la meningite, malattia dovuta all’infiammazione delle membrane che rivestono il cervello, provocando gravi sintomi neurologici che possono portare alla morte.
Proprio gli adolescenti, sottolinea Lopalco, “sono una fascia a rischio per quanto riguarda la meningite da meningococco, ma sono disponibili vaccini per tutti i ceppi che sono efficaci e sicuri. Purtroppo in questa fascia di età il rischio c’è, anche se non è così alto come sembra, si parla di un caso ogni centomila abitanti, mentre nei bambini è più alto”.
Ogni anno, in Italia si registrano circa 300 casi della tipologia più grave, mentre la letalità è di circa il 10% nei casi dovuti a pneumococco e del 12% nei casi da meningococco, che aumenta al 23% nel caso in cui il ceppo di meningococco sia il C.
La scheda vaccinale attualmente in vigore prevede la vaccinazione anti meningococco C nei bambini che abbiano compiuto un anno di età, mentre è consigliato un richiamo per gli adolescenti. La meningite può essere provocata sia da batteri sia da virus: quella più temibile è quella batterica dovuta principalmente ai germi emofilo tipo B, pneumococco e meningococco.
La vaccinazione non è obbligatoria, alcune regioni italiane si sono però attivate per l’offerta vaccinale gratuita fino a 18 anni.
Il consiglio dell’Istituto superiore di sanità (Iss) è dunque quello di “vaccinare sia i bambini sia gli adolescenti”.