Non è la prima volta che trovano una scritta razzista nell’androne del proprio palazzo a Melegnano, in provincia di Milano.
I coniugi Paolo Pozzi e Angela Bedonim, genitori adottivi del 22enne senegalese Bakary Dandio, la mattina di lunedì 18 febbraio hanno letto sul muro le parole in dialetto “Ammazza el negar”.
Le prime frasi discriminatorie erano apparse l’11 febbraio, quando la coppia aveva trovato sulla parete le scritte “Italiani=merda” e “Italiani pagate per questi negri di merda”. C’era anche una freccia, che indicava il portone della loro abitazione.
Gli insulti erano stati cancellati ma la scritta razzista è ricomparsa esattamente nello stesso punto.
La famiglia ha denunciato ai carabinieri l’accaduto e la procura di Lodi ha aperto un fascicolo per minacce, mentre i carabinieri stanno indagando per capire se dietro il gesto si nasconde la stessa persona. La casa della coppia è senza telecamere e finora le indagini non hanno portato a un risultato.
Bakary, che è un atleta, vive a Melegnano dal marzo del 2016.
I genitori adottivi del ragazzo hanno ricevuto il sostegno di molti cittadini e del sindaco Roberto Bertoli, del Partito democratico, che ha dichiarato di volere organizzare una manifestazione antirazzista.
Dopo l’accaduto, il Consiglio comunale di Melegnano ha espresso ai coniugi loro la propria solidarietà, come fatto anche dal prefetto Renato Saccone.
I genitori adottivi contro Salvini – “È anche colpa di Salvini”, avrebbe commentato la madre adottiva del ragazzo. La frase è stata poi parzialmente smentita dal marito. “Mia moglie non ha detto ‘è colpa di Salvini’, ma che quello che è successo è il riflesso di un clima di odio che anche le dichiarazioni e gli atti di questo governo contribuiscono a determinare”, ha precisato il padre adottivo di Bakary.
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Il commento del sindaco di Milano – “Non so se fare un appello alla magistratura, ma mi pare veramente il momento in cui i dettami delle nostre leggi costituzionali sull’apologia di fascismo andrebbero fatti rispettare con estrema durezza. La legge c’è, bisogna veramente farla rispettare”, ha dichiarato ad Agi il primo cittadino di Milano, Giuseppe Sala.
“In questo momento la tensione è alta e ci sono troppi proclami, anche da parte della politica, che aizzano un certo tipo di pancia nei cittadini”, ha spiegato il sindaco. E ha ammesso: “Io non posso che condannare, ma per me è facile perché le mie posizioni sono chiare, vediamo poi se lo condannano tutti”.
Inoltre, secondo Sala, “la condanna va bene, ma bisogna anche dare l’esempio perché solo dall’esempio qualcosa può cambiare”.
Il commento di Salvini – “Sono vicino a quei genitori, abbraccio quel ragazzo, chi distingue un essere umano in base al colore della pelle e’ un cretino, perche’ le persone si distinguono tra quelle per bene e quelle per male”, ha commentato il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini.
Salvini ha respinto le accuse mosse dalla famiglia contro il decreto sicurezza: “Dico a quella mamma che le sono vicino da papà e capisco la sua rabbia, ma legare un decreto che porta più regole, ordine, sicurezza e poliziotti nelle strade italiane a un cretino che scrive una scritta cretina su un muro mi sembra una cosa bizzarra”, ha sottolineato il vicepremier.