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Medici senza frontiere accusa l’Europa di favorire gli abusi sui migranti in Libia

In una lettera aperta, la ong attacca pesantemente il piano migranti del governo italiano e gli ultimi accordi presi con la Libia

Di Lara Tomasetta
Pubblicato il 7 Set. 2017 alle 13:55

Medici Senza Frontiere (Msf) ha inviato una lettera aperta ai leader degli stati membri dell’Unione europea e al presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni. La ong denuncia la situazione delle persone fermate in Libia – secondo i nuovi accordi previsti dal piano migranti – e accusa i paesi dell’Ue di avallare gli abusi dei quali sono vittime. 

La lettera è firmata da Joanne Liu, presidente internazionale di Msf, e da Loris De Filippi, presidente di Msf in Italia.

“Accecati dall’obiettivo di tenere le persone fuori dall’Europa, le politiche e i finanziamenti europei stanno contribuendo a fermare i barconi in partenza dalla Libia, ma in questo modo non fanno che alimentare un sistema criminale di abusi”, si legge nel comunicato.

Msf in passato si era rifiutata di firmare il codice di condotta che regola l’operato delle organizzazioni che soccorrono i migranti nel Mediterraneo. A inizio agosto aveva sospeso le operazioni di soccorso al largo di Tripoli. 

Secondo la ong, la detenzione di migranti e rifugiati in Libia è vergognosa. “Dobbiamo avere il coraggio di chiamarla per quello che realmente è: un’attività fiorente che lucra su rapimenti, torture ed estorsioni”, si legge nel comunicato. “Le persone sono trattate come merci da sfruttare. Ammassate in stanze buie e sudicie, prive di ventilazione, costrette a vivere una sopra l’altra. Le donne vengono violentate e poi obbligate a chiamare le proprie famiglie e chiedere soldi per essere liberate. La loro disperazione è sconvolgente”.

“Non possiamo dire che non sapevamo quello che stava accadendo”, prosegue la lettera. “Non possiamo continuare a tollerare questo vergognoso accanimento sulla miseria e la sofferenza delle persone in Libia. Permettere che esseri umani siano destinati a subire stupri, torture e schiavitù è davvero il prezzo che, per fermare i flussi, i governi europei sono disposti a pagare?”.

Chi è davvero complice dei trafficanti: chi cerca di salvare vite umane oppure chi consente che le persone vengano trattate come merci da cui trarre profitto?, si domanda nella lettera Msf.

“La Libia è solo l’esempio più recente ed estremo di politiche migratorie europee che da diversi anni hanno come principale obiettivo quello di allontanare le persone dalla nostra vista. Tutto questo toglie qualunque alternativa alle persone che cercano modi sicuri e legali di raggiungere l’Europa e le spinge sempre più in quelle reti di trafficanti che i leader europei dichiarano insistentemente di voler smantellare”, va avanti il testo.

Qui la lettera completa redatta da Medici Senza Frontiere.

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