Un bambino di 9 anni ha scritto una tema scolastico dedicato al suo idolo. Ma non si tratta di un calciatore, né di un cantante, né di un personaggio televisivo – almeno non in senso stretto. È Matteo Salvini, il vicepremier e ministro dell’Interno italiano.
Un uomo “saggio, simpatico e gentile” lo definisce Tancredi, alunno di quarta elementare in una scuola di Padova.
È stato lo stesso Salvini a condividere sul suo profilo Facebook il testo del bambino: “Che cosa può darmi più forza ed energia di questo?”, ha commentato il vicepremier.
La vicenda ha scatenato i commenti sui social, alcuni a sostegno del leader leghista, altri di tono ironico.
Il titolo del tema scritto dal bambino è “Un incontro emozionante” e il testo è incentrato su una recente visita di Salvini a Padova.
“Un giorno ho incontrato la persona che ho sempre voluto incontrare. Il mio idolo. Davanti a me c’era Salvini”, scrive Manfredi. “Era un uomo saggio, simpatico e gentile: il migliore. Allora mi sono messo in fila ad aspettare di fare la foto”.
“Il mio cuore si è riempito di gioia quando Salvini ha fatto passare prima i bambini. Quando toccava a me ho preso il telefono di mia mamma e, insieme ai miei fratelli, sono andato a fare la foto. Non ci potevo credere”, si legge ancora nel tema.
Alle parole del bambino il vicepremier ha risposto con un post in cui lo ringrazia.
“Ho ricevuto questo tema di un bimbo di 9 anni di Padova: ‘un giorno ho incontrato la persona che ho sempre voluto incontrare. Il mio idolo’. Che cosa può darmi più forza ed energia di questo? Grazie Tancredi, l’emozione me l’hai regalata tu”, ha scritto Salvini.
Sono state oltre 3mila le condivisioni e decine di migliaia i like al post, sotto al quale c’è anche chi ha ironizzato. Tra chi ha suggerito che possa essere stata scritta dal suo partner di governo, Luigi Di Maio, e chi si è detto preoccupato per la scelta del bambino: “A quell’età bisogna avere il mito di Batman, non di Salvini.
Qualcun altro, soprattutto su Twitter, ha invece accostato questa lettera a quelle che durante il ventennio fascista venivano recapitate a Benito Mussolini. “Mio Duce – si legge nella missiva datata 21 settembre 1935 – il popolo italiano non ti abbandonerà mai, ti abbraccio. Il tuo devoto balilla”.