“Non capirò mai come una persona che si definisce uomo possa non avere pietà di una ragazza che sanguina, che piange e che soffre. Per me la prostituzione è stata una tortura”. È la drammatica testimonianza di Stefania costretta a venire in Italia e fare la prostituta da quelle che considerava persone amiche.
La giovane, 24 anni e di nazionalità bulgara, è stata ricevuta dal Presidente della Repubblica durante la cerimonia al Qurinale dedicata all’8 Marzo che, per l’occasione, aveva un focus particolare sul tema della tratta delle donne. Presenti in sala anche le più alte cariche dello Stato, giornaliste, attrici e donne in divisa delle Forze dell’Ordine.
“Questi uomini che voi chiamate clienti hanno la necessità di appropriarsi di cose. Così anche io sono diventata una cosa da comprare, come quando si va dal macellaio”, ha raccontato la ragazza ai presenti, tutti visibilmente commossi. Non sono mancati dettagli sconcertanti: “Mi sentivo sporca e bruttissima perché mi avevano strappato tutti i capelli. Mi si vedeva la cute e avevo buchi nella pancia perché mi erano saltati sopra con i tacchi a spillo.
“Lo sfruttamento sessuale delle donne – ha commentato il Capo dello Stato – è una pratica criminale purtroppo diffusa. È bene chiamare questa condizione con il nome appropriato: schiavitù. Si tratta dell’infame schiavitù del nostro secolo. Nessun compromesso è accettabile, nessuna tolleranza può essere mascherata da realismo o opportunismo”. E se dunque “stroncare il traffico è compito delle forze di polizia, dei magistrati, delle istituzioni nazionali e degli organismi internazionali, tutta la società civile è chiamata a fare la propria parte, agendo con responsabilità e coerenza morale. Nessuno può restare indifferente”.
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