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La Lega minaccia di tagliare i fondi al film su Mario Mieli: “Incitava alla pedofilia”

"Gli anni amari" racconta la vita di uno dei leader del movimento omosessuale italiano degli anni Settanta. Per Lucia Borgonzoni, sottosegretaria leghista, i fondi alla pellicola devono essere revocati perché il pensiero di Mieli spingeva alla pedofilia

Di Marta Facchini
Pubblicato il 24 Set. 2018 alle 18:09

Gli anni amari, il film dedicato alla vita di Mario Mieli, rischia di vedersi revocato il contributo di 150mila euro già concesso dal Ministero per i beni e le attività culturali. mario mieli film lega

O almeno questo è il tentativo della sottosegretaria leghista Lucia Borgonzoni che afferma di non escludere di andare avanti con la sua richiesta se la pellicola “dovesse ospitare contenuti che promuovono o incitano alla pedofilia”. Sarà lei stessa, precisa, a vigilare “personalmente con la massima attenzione”.

Paolo Mieli, uno dei leader del movimento omosessuale italiano degli anni Settanta, sosteneva che ogni individuo è potenzialmente transessuale. Per Mieli, l’educazione imposta dalla società costringe alla norma dell’eterosessualità.

Secondo i suoi detrattori, Mieli arrivava a incitare alla pedofilia perchè sosteneva che solo i bambini possono liberarsi dai pregiudizi sociali. È la critica mossa anche dalla scrittrice e psicoterapeuta Silvana De Mari che, ospite della trasmissione Otto e mezzo, aveva criticato il circolo Mario Mieli di Roma: “Riceve finanziamenti pubblici per iniziative culturali nonostante simpatizzi per pedofilia e coprofagia, come riportava Mieli nei suoi testi”, aveva affermato De Mari.

Mercoledì 19 settembre un’interrogazione dei consiglieri regionali leghisti (primo firmatario Massimiliano Pompignoli) e di Fratelli d’Italia aveva chiesto alla giunta dell’Emilia Romagna la revoca del contributo regionale.

Immediata la risposta della produzione, che ha invitato la sottosegretaria leghista ad approfondire la figura di Mieli, morto suicida a trent’anni nel 1983. “La sceneggiatura è stata letta e approvata da Rai Cinema, dalla commissione del Ministero per i beni e le attività culturali, dall’Emilia Romagna Film Commission e dall’Apulia Film Commission, senza che nessuno abbia trovato nulla da eccepire”, si legge in una nota della casa di produzione.

Il valore culturale del film è stato riconosciuto all’unanimità e, sostiene la produzione, difficilmente ci sarebbe stato un impegno simile davanti a un minimo dubbio legato a una forma di incitamento alla pedofilia.

“Mario Mieli è stato un importante attivista del movimento omosessuale e del movimento pacifista e libertario, poeta e attore, scrittore e intellettuale, autore di trasmissioni commissionate dalla Rai, ideatore e promotore di iniziative pubbliche che hanno visto l’adesione di personalità del calibro di Fellini, Eco, Moravia”, si legge nel comunicato firmato da Teatri di Vita CineMare.

È stato l’autore di un testo fondamentale nella storia degli studi di genere, gli Elementi di critica omosessuale, pubblicato in Italia come Einaudi e Feltrinelli. “Il nostro film è un incitamento alla libertà di pensiero e alla dignità della persona non certo al crimine come paventato in malafede da persone che prendono a pretesto la nostra opera per altri interessi” conclude il comunicato.

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