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Travaglio: “I Sì Tav non sanno di che parlano, è un’opera completamente inutile”

Marco Travaglio

Il direttore del Fatto, mercoledì 14 novembre, ha attaccato i manifestanti pro-Tav

Di Luca Serafini
Pubblicato il 14 Nov. 2018 alle 07:51

Nel suo editoriale di mercoledì 14 novembre, Marco Travaglio si è scagliato contro i manifestanti pro-Tav scesi in piazza a Torino sabato 10 novembre, accusandoli innanzitutto di conoscere l’argomento in maniera molto superficiale.

“Dopo aver sorseggiato i fiumi d’inchiostro versati dai giornaloni sull’oceanica manifestazione Sì Tav di sabato a Torino, che ha visto sfilare nientepopodimenoché un torinese su 35 o un piemontese su 177, una domanda sorge spontanea: cosa sapeva tutta questa brava gente del Tav Torino-Lione? Essendosi informati sui giornaloni che hanno sponsorizzato la Lunga Marcia, era prevedibile che organizzatori e partecipanti ne sapessero pochino, e che quel pochino fosse falso”, scrive il direttore del Fatto Quotidiano.

“I marciatori, e Salvini a ruota, ripetevano che l’opera va assolutamente ‘completata’ – continua Travaglio – ma un’opera si completa quando è già iniziata e qui non è stato costruito nemmeno un millimetro di ferrovia […] Dunque non c’è nulla da completare”.

Travaglio spiega poi le ragioni per le quali, a suo parere, la Tav va considerata un’opera del tutto inutile.

“Chi volesse invece raggiungere ad alta velocità Parigi o Lione da Milano o da Torino, può montare sul comodo Tgv, che dalla notte dei tempi percorre rapidamente quella tratta. Ma i nostri eroi strillano contro l’«isolamento dell’Italia» e per il «collegamento con l’Europa», evidentemente ignari dell’esistenza del Tgv da e per la Francia, dei treni veloci da e per la Svizzera e così via”.

“E chissà se chi si riempie la bocca di paroloni come «futuro», «sviluppo», «modernità» è stato informato che, in 17 anni di studi e carotaggi, abbiamo già buttato 1,6 miliardi, oltre a tenere la Val di Susa in stato d’assedio permanente. Ora servono sulla carta un’altra quindicina di miliardi, che poi nella realtà salirebbero a 20-25 (le grandi opere in Italia lievitano in media del 45%)”.

“E chi vaneggia di «penali da pagare» o di «fondi europei da restituire» o «da non perdere» ignora che la parola «penale» non compare in alcun contratto o accordo con la Francia, con l’Ue o con ditte private. L’Italia, sul suo tracciato, può fare ciò che vuole”.

Infine, la stoccata ai manifestanti pro-Tav.

“Ora però le nostre disinformate madamine si sono montate la testa: chiedono udienza al Quirinale, danno ordini alla sindaca Appendino e al governo Conte, come se 25mila persone in piazza contassero più dei 10.935.998 italiani che hanno votato per i 5Stelle (No Tav) nel 2018 e dei 202.754 torinesi che nel 2016 hanno eletto la sindaca No Tav Chiara Appendino contro il Sì Tav Piero Fassino. Invece i No Tav, che negli anni hanno portato in piazza ora 40 ora 50mila persone, non se li è mai filati nessuno. A parte, si capisce, i manganelli della polizia”.

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