La manovra, che deve essere approvata entro sabato per evitare l’esercizio provvisorio, ha ricevuto il via libera della commissione Bilancio di Montecitorio fra le proteste delle opposizioni, con il Pd che annuncia la volontà di rivolgersi alla Corte costituzionale perché “il Parlamento è stato esautorato”.
I dem hanno organizzato nella mattina di sabato 29 dicembre una manifestazione di piazza per raccogliere le firme necessarie ad arrivare davanti alla Corte Costituzionale.
Il 9 gennaio 2019 la camera di consiglio della Corte Costituzionale esaminerà l’ammissibilità del conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato sollevato dal Pd.
“È cominciata oggi la raccolta di firme del gruppo parlamentare del Pd del Senato per il ricorso alla Corte Costituzionale, per conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato” ha annunciato il capogruppo Dem, Andrea Marcucci.
“Secondo il nostro giudizio, il governo Conte ha palesemente violato la Carta con le modalità usate per approvare la legge di bilancio. Modalità che peraltro si stanno ripetendo anche alla Camera” spiega il parlamentare Pd.
Appuntamento sabato 29 dicembre, quindi, alle 11, “davanti alla Camera dei Deputati a Montecitorio. Contro un governo pericoloso per gli italiani. Contro una manovra che raddoppia le tasse al volontariato, toglie soldi ai pensionati, non sostiene giovani, famiglie e imprese ma in compenso promuove condoni. Per l’Italia che non si rassegna a questa destra che ci sta rubando il futuro”, annuncia sui social Maurizio Martina, candidato alla segreteria del Pd
Smentita, invece, la richiesta da parte del Partito Democratico di un “incontro urgente” con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
“Questa mattina, attraverso il nostro collegio di avvocati, abbiamo depositato il ricorso alla Consulta per violazione della Costituzione, un ricorso che noi riteniamo importante, essenziale, molto grave, per ciò che è successo in queste settimane, prima al Senato e poi alla Camera, sulla legge di bilancio”. Lo ha annunciato, nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio, il capogruppo del Pd al Senato Andrea Marcucci.
“Quello che si è raccontato sull’atteggiamento di governo e maggioranza non è sufficiente per far capire fino in fondo la gravità dei fatti. Noi avevamo fatto una proposta, rispettosa dei tempi, per conoscere il maxiemendamento, ma c’è stata la volontà precisa di impedire al Parlamento di conoscere cosa si stesse votando. Questa cosa non ha nessun tipo di precedente e mina le fondamenta della nostra democrazia parlamentare e questo ricorso è stato fatto per ristabilire le regole fondamentali della democrazia, che questo governo sta rompendo con regolarità. È ridicolo ascoltare esponenti della maggioranza parlare di una manovra che non conoscono”, ha proseguito.
“Questa manovra è stata portata avanti con un metodo inaccettabile, e dispiace che il presidente della Camera Fico si sia reso corresponsabile di questa gestione dell’aula. Agiremo in ogni sede, perché abbiamo assistito a una pagina vergognosa della storia della Repubblica, saremo in piazza domani a Montecitorio e in tutta Italia nelle prossime settimane”. Quanto al merito del ricorso, che non può essere divulgato per motivi di riservatezza, fino alla pronuncia della Consulta sulla sua ammissibilità, Stefano Ceccanti ha spiegato che il Pd “ritiene di poter sollevare la questione del conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato, perché è stato violato l’articolo 72 della Costituzione”.
“C’è una lesione delle prerogative costituzionali, e le nostre controparti sono la presidenza del Senato e il governo”. Per Marcucci, infatti, “la ‘presidenza del Senato e’ altrettanto responsabile” rispetto alla maggioranza di governo.
Manovra alla Camera, Tria non sarà ascoltato
Intanto è ufficiale che il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, non sarà ascoltato in Aula come invece era stato chiesto dalla minoranza, ma la parola passerà di nuovo all’Ufficio parlamentare di Bilancio.
Intanto le polemiche scoppiano anche sulla pubblicità dei lavori: “Abbiamo chiesto per massima trasparenza che i lavori della Commissione, dove si sta discutendo la legge più importante dello Stato, fossero trasmessi sulla web Tv della Camera, affinché tutti possano assistere e conoscere quanto sta accadendo” hanno spiegato in una nota i deputati di Forza Italia.
“La nostra richiesta è stata sposata da tutti i gruppi parlamentari, tranne il M5s che, evidentemente ha molto da nascondere. Alla faccia della trasparenza, alla faccia di chi voleva che il Parlamento fosse una casa di vetro”.
Una richiesta “fuori dal regolamento quando la commissione è in sede referente. La trasmissione tramite web tv non è ammessa neanche con voto all’unanimità. La pubblicità dei lavoratori è prevista solo per le audizioni”, replicano i pentastellati.
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