Il 12 gennaio 2019 i Sì Tav sono tornati a manifestare a piazza Castello a Torino in favore della costruzione dell’Alta velocità che dovrebbe unire Tornino e Lione, in Francia (qui tutti gli aggiornamenti).
Secondo i manifestanti avrebbero preso parte al corteo 40mila persone, mentre per la Prefettura sono state 25mila. Numeri comunque importanti per una piazza che fin dal primo momento si è definita apartitica, anche se ha fatto discutere la presenza della Lega.
“Sapevamo dal primo giorno che era motivo di dissenso”, ha affermato il capogruppo alla Camera del Carroccio, Riccardo Molinari. “Non c’è contraddizione nella nostra presenza in piazza oggi. La Lega ha posizione confermata da posizioni storiche in parlamento. Sapevamo dal primo giorno che era un tema divisivo, un conto è ridiscutere il progetto, tagliare sprechi. Un altro è cancellare il progetto. Abbiamo trovato la sintesi su tanti argomenti, lo troveremo anche su questo”.
Fredda la replica del vicepremier Luigi Di Maio: “Non mi scandalizzo per il fatto che si vada in piazza a dire che si era per il Sì alla Tav: diciamo che abbiamo fatto la campagna contro le trivelle insieme per il referendum sia noi che la Lega in tempi non sospetti, quando nel 2015 non avevamo nessuna intenzione di neanche di firmare un contratto di governo”.
Il commento di Grillo – Contro l’opera e la manifestazione dei Sì Tav si è espresso anche Beppe Grillo: “Curioso come, a difendere un buco mai fatto in val di Susa, troviamo persone che riferiscono di appartenere a tutto lo spettro delle realtà produttive. Dal piccolo artigiano al medio-industriale i nuovi borghesi trovano un vessillo assolutamente futuristico sotto il quale riunirsi”.
Questo il messaggio lanciato da Beppe Grillo sul suo blog, in un post dal titolo Tav is the new black: “Non è una bandiera, neppure una coccarda oppure un trattato di qualche parruccone: è una realtà fisica enorme, costosa e inquinante. (…) Ci guadagnerà soltanto chi la costruirà”.
“La parola ‘progresso’ implica una ‘nozione sociale’ di miglioramento della qualità della vita. Qualcosa che nulla c’entra con la Tav, per ragioni che siamo stufi di ripetere e che, ripetendole, ci si stufa senza né progresso e né sviluppo. La vera curiosità è rivolta a questa brava gente che mette il Pil insieme al progresso, compie questo gioco di prestigio. Ma perché? La ragione è soltanto una, fare qualcosa di inutile e costoso crea un senso di rassicurazione in molte persone. È lo status symbol a costo zero per te che lo acclami, che addossi alla comunità perché il menefrego della neonata classe del Pil è il vero, nuovo, menefrego di oggi”.
Il presidente Chiamparino – Tra i maggiori sostenitori del progetto Tav il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino: “Se Toninelli mantiene le proprie promesse e consegna costi benefici entro gennaio il consiglio regionale ha tutto il tempo per indire il referendum, in base alla norma che anche in Piemonte prevede la consultazione popolare”
“Ogni Regione può convocare una consultazione nel proprio territorio, ad altre regioni vorranno farla e convocarla nel giorno in cui la indirà il Piemonte sarebbe un bel segnale”, ha affermato il presidente, che può già contare sull’appoggio di Veneto e Lombardia, governate dalla Lega per un referendum.
Contro il presidente di Regione si sono lanciati alcuni cittadini di Torino, che hanno contestato la scelta di spendere soldi per l’alta velocità a discapito delle condizioni delle linee ferroviarie locali.
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