In provincia di Reggio Emilia si è verificato un episodio inquietante che riguarda le suore della Casa della Carità di Cagnola, nel comune di Castelnovo Monti. Le religiose hanno aderito all’iniziativa delle magliette rosse lanciata da Libera e da altre associazioni contro le politiche migratorie del governo Conte.
Per questo, sabato 7 luglio avevano vestito un manichino con una maglietta rossa e lo avevano messo sulla strada provinciale, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica.
Ma nelle scorse ore, secondo quanto riporta il quotidiano Repubblica, il manichino è stato trovato con un cappio al collo e imbrattato con una svastica sulla maglietta rossa.
A dare la notizia è stato Marco Scarpati, avvocato e professore dell’Università Milano-Bicocca. “Ecco, adesso lo sappiamo una volta di più: c’è chi umano non può restare, perché mai lo è stato”, ha commentato riferendosi allo slogan della manifestazione “Restiamo Umani”.
Le suore hanno parlato di un “gravissimo il gesto, violento e minaccioso, che ha tentato di sporcare, spaventare, imbrigliare una parola che deve essere urlata”.
“C’è un limite oltre il quale ci si deve fermare”, dicono invece i segretari del Pd della zona. “Non vogliamo sottovalutare il contenuto di un gesto che riteniamo semplicemente ignobile e auspichiamo che le autorità competenti ne individuino prontamente gli autori”.
“Chiediamo inoltre che in caso di azioni di natura giudiziaria tutti i comuni dell’Unione si costituiscano parte civile. Crediamo che sia venuto il momento che anche gli imbecilli si prendano le loro responsabilità”.
Davanti alla Casa della Carità di #Cagnola ( Reggio Emilia) è comparso un manichino con la #magliettarossa, svastica e cappio al collo.
Alla richiesta di umanità si sta contrapponendo odio puro. Questa cosa non è normale. #10luglio, #maglietterosse pic.twitter.com/dOXXW7aBEL
— Marco Casellato (@Marco_Casellato) 10 luglio 2018