Un’insegnante di una scuola elementare di Isola Vicentina, nella provincia di Vicenza, è stata condannata con rito abbreviato a un mese e 10 giorni di reclusione (con pena sospesa), per abuso di mezzi di correzione.
L’episodio risale al 2017, un bambino di sei anni di prima elementare, dopo aver sputato per terra in palestra, viene messo dalla maestra di fronte ai suoi compagni i quali vengono invitati a sputargli addosso: questo “gioco educativo” – come lo definisce la stessa insegnante – in cui i bambini avevano solo fatto finta di sputare, sarebbe risultato però ugualmente umiliante per il bambino.
Quel comportamento ha indotto il giudice Barbara Maria Trenti, al termine del processo con rito abbreviato, ad infliggere un mese e 10 giorni di reclusione alla maestra Cristina C., 62 anni, di Vicenza, ritenuta responsabile di abuso di mezzi di correzione.
Il pubblico ministero Angelo Parisi aveva chiesto per lei 3 mesi.
La procura aveva chiesto l’archiviazione del fatto con il pm Paolo Fietta, ma per il giudice il comportamento della maestra meritava il processo.
Canevarolo lo ha sempre ribadito: “Io non ho mai sputato a un alunno. Sono certissima. L’episodio che è avvenuto è stato un gioco che aveva una valenza educativa. E comunque nessuno ha sputato; i bambini avevano finto di farlo. Hanno fatto solo il gesto”.
“Confidavamo che anche in questa sede venisse avallata la conclusione del pm Fietta, che ha svolto le indagini e chiesto l’archiviazione. Deve essere chiaro che la signora non si è mai mossa con l’intento di abusare dei mezzi di correzione. Nei mesi successivi era diventato meno complicato insegnare a quel bimbo, non aveva riportato traumi. E la maestra ha ottenuto solidarietà sia da colleghi che da genitori di altri bimbi, di quella classe e di altre”, ha commentato l’avvocato Antonio Marchesini che difende l’insegnante vicentina.
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