Se sono fortunati, vengono storditi con una scossa elettrica e appesi a testa in giù. Ma, a volte, sono ancora coscienti quando vengono sgozzati, e muoiono con sofferenze atroci.
La cosa più inquietante, alla fine, quella che ti resta addosso, è quell’urlo. L’urlo di un coniglio terrorizzato che sembra consapevole della fine orrenda che sta per fare.
Sono queste le immagini e i suoni della nuova, terribile, investigazione condotta dall’associazione Animal Equality, grazie al lavoro di un investigatore sotto copertura che si è introdotto in un macello di conigli in Lombardia.
ATTENZIONE: Le immagini pubblicate di seguito potrebbero urtare la vostra sensibilità
Nel video, si vedono operatori che non stordiscono adeguatamente gli animali, che sgozzano in modo sistematico conigli coscienti o spezzano il collo degli animali a mani nude. Gli animali sono nati solo da 12 settimane, e hanno trascorso la loro vita dentro gabbie con una superficie inferiore a quella di un foglio A4, in cui non hanno potuto mettere in atto i propri comportamenti naturali. Sempre lì, ammassati in quelle gabbie, sono costretti ad attendere la propria fine.
“Lo stordimento è obbligatorio per tutti gli animali prima dell’abbattimento”, sottolinea l’associazione Animal Equality nel comunicato con cui diffonde l’inchiesta. “Ma – secondo la legge italiana – sono previste solo sanzioni amministrative per chi viola le prescrizioni sulla procedura di macellazione, che nei casi più gravi prevedono la pena pecuniaria di €6.000. Questa mancanza di conseguenze penali concrete, insieme alla totale assenza di controlli severi, comporta una maggiore leggerezza nella gestione di questa fase da parte degli operatori che lavorano nei macelli e, come dimostra l’inchiesta di Animal Equality, spesso costringe gli animali a subire atroci torture”.
L’associazione ha lanciato una petizione rivolta al parlamento italiano per ottenere, l’installazione di telecamere a circuito chiuso nei macelli e il rispetto dello stordimento senza deroghe ed eccezioni. Sessantamila cittadini hanno già aderito a questa campagna.
“Questa inchiesta dimostra che è necessario introdurre delle norme specifiche per la tutela degli animali che vengono macellati nel nostro paese”, dichiara Matteo Cupi, direttore esecutivo di Animal Equality Italia. “L’Europa si è già espressa per una maggiore tutela dei conigli allevati per la carne, che non potranno più essere allevati in gabbia grazie a un voto del Parlamento europeo nel marzo 2017, un risultato storico ottenuto grazie a un’intensa campagna di pressione politica da parte di Animal Equality. Ovviamente però tutto questo non è la soluzione alle sofferenze che gli animali vivono nei macelli. Infatti i consumatori possono aiutare per primi i conigli facendo scelte alimentari mirate, come ridurre o evitare il consumo di carne”.
I conigli sono tra gli animali da affezione più diffusi in Italia. Secondo le statistiche del rapporto Assalco-Zoomark 2017, sono 1.8 milioni di piccoli roditori che vivono nelle case italiane. Nella sua dimensione naturale, il coniglio passa l’80 per cento del suo tempo a saltare e correre, un comportamento che ovviamente in allevamento non può avvenire.
Inoltre, è un animale fortemente sociale ed è abituato a vivere in gruppi di sei-otto animali, che spesso si aggregano in colonie con centinaia di conigli. Anche in questo caso, la gabbia costringe i conigli a una vita solitaria e separata dai propri simili, causando forte stress agli animali.
L’Italia è il primo produttore europeo di carne di coniglio, il secondo paese al mondo dopo la Cina. Nel 2016 si è registrato un calo del 12% di consumo di carne di coniglio nel nostro paese e, nel 2017, un calo del 9% nel numero di capi allevati.
Spesso i conigli che vivono in allevamento sono costretti a stare in mezzo a escrementi, sporcizia e carcasse di propri simili, ed è per questo che sono tra gli animali che ricevono più medicinali.