Il vicepremier e ministro dello Sviluppo economico Luigi di Maio è giunto nella serata di ieri, 28 agosto, al Cairo per la sua visita ufficiale in Egitto, durante la quale ha incontrato anche il presidente egiziano Abdel Fattah Al-Sisi. Di Maio Egitto
La normalizzazione dei rapporti tra l’Italia e l’Egitto “non può che passare per la verità su Giulio Regeni”, ha sottolineato il vicepremier Luigi Di Maio dopo l’incontro con Al Sisi.
Di Maio ha auspicato “una svolta entro l’anno” nel caso del ricercatore italiano ucciso. “La verità su Giulio Regeni va accertata il prima possibile”, ha insistito il ministro che ha riferito: “il presidente Al Sisi mi ha detto ‘Giulio Regeni è uno di noi”.
“È chiaro che il primo argomento di discussione con il presidente al Sisi è stato proprio Giulio Regeni”, ha sottolineato Di Maio spiegando: “Abbiamo detto che ci aspettiamo una svolta dall’incontro che ci sarà a breve tra le Procure, tra le autorità giudiziarie, e allo stesso tempo pensiamo che si debba accelerare”.
“Devo dire – ha aggiunto il vicepremier – che sia il presidente che i membri del governo presenti sono stati più che disponibili e convengono sul fatto che la verità su Giulio Regeni vada accertata il prima possibile.
Al-Sisi ha espresso “fiducia” sul fatto che le indagini in corso sull’omicidio di Giulio Regeni “saranno portate a termine” e ha garantito che c’è una “forte volontà” di consegnare alla giustizia gli assassini del giovane ricercatore italiano, secondo quanto riferito dal portavoce del presidente, Bassam Radi, citato da alcuni media come Arab News ed Egypt Today.
La missione di Di Maio in Egitto
Poco prima delle 23 (ora locale) di ieri, Di Maio si è recato all’ambasciata italiana per un incontro con la comunità italiana in Egitto.
L’ambasciatore egiziano in Italia, Hisham Badr, il giorno precedente all’incontro ha sottolineato che “Di Maio è consapevole del ruolo di primo piano dell’Egitto nel Mediterraneo sotto la leadership di al-Sisi” e ha evidenziato come abbia scelto Il Cairo per la prima visita all’estero da quando si è insediato.
Alle 11.30 di oggi, 29 agosto, il ministro ha incontrato il presidente egiziano Abdel Fattah Al-Sisi.
Al centro dei colloqui, secondo la nota del Mise, “i temi relativi ad un lento e graduale rafforzamento della cooperazione bilaterale nei settori dell’energia, delle infrastrutture, economico e commerciale”, ma “anche i fatti legati all’omicidio di Giulio Regeni, alla collaborazione tra le nostre Procure e che vedono il Governo italiano determinato nella ricerca della verità”.
Alle 14.30 si è tenuta una conferenza stampa presso la residenza dell’ambasciatore d’Italia in Egitto.
Nel pomeriggio e in serata sono previsti incontri di Di Maio con imprenditori italiani ed egiziani al Cairo.
Il sito del quotidiano egiziano ‘Youm 7’ ha scritto che nelle ultime settimane c’è stato “un balzo senza precedenti” nelle relazioni tra Italia ed Egitto, come dimostrano le tre visite da parte di ministri italiani nell’arco di un mese.
Il giornale si riferisce alle precedenti visite del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, e del ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi (qui le dichiarazioni di Salvini sul caso Regeni).
Cosa scriveva Luigi Di Maio sul caso Regeni
Quando non era ancora al governo, il 6 febbraio 2016, Luigi Di Maio commentava così su Facebook la posizione del governo italiano sul caso Regeni:
Con questo Governo, la verità sulla vicenda di Giulio Regeni farà la fine dei Marò. In India il Governo italiano preferì le commesse di elicotteri Finmeccanica piuttosto che pretendere il rimpatrio dei nostri fucilieri di marina.
A giudicare dalle passerelle dei nostri ministri e dalle timide dichiarazioni del premier, anche in questa vicenda, ancora una volta si rischia di preferire gli interessi economici.
In Egitto l’Eni ha interessi stratosferici ed Edison, Intesa Sanpaolo, Pirelli, Italcementi, Ansaldo, Tecnimont, Danieli, Techint, Cementir stanno piantando tende.
Alcuni di questi gruppi hanno Renzi al guinzaglio e non gli permetteranno mai di fare la voce grossa con il dittatore al Sisi per ottenere la verità sui responsabili della morte di Giulio.
L’Egitto ci prende in giro. Ci avevano detto che Giulio fosse morto in un incidente d’auto, ma dopo l’autopsia in Italia scopriamo che la vera causa è stata la frattura della vertebra cervicale dopo un colpo alla testa. Sul corpo ci sono segni di un violento pestaggio.
Ora come ora, se al Sisi si ostinerà a nascondere la verità, il Governo dovrebbe minacciare e eventualmente avviare ritorsioni economiche verso l’Egitto.
Giulio era ed è uno dei nostri orgogli nel mondo. Una di quelle persone da cui prendere ispirazione, un ricercatore che
era in Egitto per intervistare attivisti per i diritti dei lavoratori, per la sua ricerca.
È scomparso la notte del 25 gennaio al Cairo in Egitto ed è stato ritrovato morto nove giorni dopo. Dall’Egitto ci hanno fatto sapere che era per un incidente d’auto”. Ma l’autopsia eseguita dai medici italiani dimostra che sia “morto per frattura della vertebra cervicale dopo un colpo alla testa. Sul corpo segni di un violento pestaggio”.
C’è puzza di bruciato e il Governo Italiano deve andare fino in fondo. Lo faccia una volta tanto.