“L’Italia agisce ancora una volta come un freno per il resto della zona euro”.
A scriverlo è il settimanale britannico The Economist, che denuncia l’eccessivo ottimismo del governo italiano, convinto che la recessione sia ormai terminata. Come dichiarato invece da Antonio Golini, il capo ad interim dell’Istat, in Italia l’economia ha continuato a ridursi nel terzo trimestre e anche se tornasse a crescere nel quarto trimestre, questo non sarebbe comunque sufficiente a riportarlo ai livelli di crescita richiesti nella zona euro.
“Questa avvilente prospettiva sta avendo uno scarso impatto sui media e sui mercati”, scrive l’Economist, aggiungendo che “solo un importante quotidiano italiano ha scelto di riportare la secchiata di acqua fredda di Golini”. Dal canto loro i mercati sembrano convinti che la banca centrale degli Stati Uniti arginerà le perdite di denaro fino almeno alla prossima primavera e hanno fiducia nell’impresa di Mario Draghi, il presidente della Banca centrale europea, che farà “tutto il possibile” per salvare l’euro.
Il problema di questa visione ottimistica, secondo il quotidiano, è che è stato fatto ben poco per realizzare la stabilità politica necessaria per una riforma economica strutturale. Il governo Letta è “figlio della necessità”, dovuta al rifiuto del Movimento 5 Stelle di allearsi con entrambi gli schieramenti politici dopo aver conquistato il 25% alle ultime elezioni. Nel frattempo, Pd e Pdl non hanno saputo lavorare in armonia come si sperava.
Se da un lato il centrodestra è preso dalla lotta tra “falchi” e “colombe”, dall’altro il centrosinistra si avvicina alle primarie dell’8 dicembre, dove potrebbe aprirsi una scissione attorno alla figura chiave di Matteo Renzi. “Nonostante le sue affermazioni di fedeltà al governo”, commenta il quotidiano, “la tentazione di favorirne la caduta sarà notevole, e crescerà con il passare dei giorni, mentre l’onorevole Letta accresce la sua esperienza e la sua serietà.”
Secondo l’Economist, Renzi offre la promessa di una vittoria assoluta per il centrosinistra, che a sua volta potrebbe guidare un governo decisivo e capace di compiere le riforme, eppure i sondaggisti avvertono che se il voto si terrà prima che la legge elettorale venga cambiata, potrebbe produrre più o meno lo stesso risultato dell’ultima volta. Per questa ragione, nei prossimi mesi i politici italiani rischiano di perdere altro tempo prezioso e rimanere sordi alle richieste economiche del Paese.