Il 18 marzo 2019 l’Isis ha rilasciato un comunicato in cui annunciava la morte di un combattente italiano in Siria, accompagnato dalla foto dei documenti di identità.
Si tratta di Lorenzo Orsetti, ragazzo di 33 anni della provincia di Firenze nato il 13 febbraio 1986 e unitosi alle milizie curdo-arabe delle YPG un anno e mezzo fa. Il suo nome di battaglia era Tekoser.
“Il crociato italiano è stato assassinato negli scontri nella località di Baghuz”, si legge nel messaggio rilasciato dall’Isis tramite Telegram.
Alcuni giorni fa si era recato nuovamente nella villaggio di Baghouz per sconfiggere i miliziani dell’Isis che si trovavano ancora nei pochi chilometri quadrati della zona di Deir er Zor.
TPI lo aveva intervistato il 4 marzo per sapere come stava procedendo la riconquista degli ultimi territori controllati dai jihadisti.
Nel rispondere alle nostre domande, aveva raccontato come si fosse unito alle YPG perché credeva nella rivoluzione che la popolazione del Rojava stava portando avanti.
“Volevo vedere la rivoluzione con i miei occhi, capire come si fa, cosa riesce e cosa no. Inoltre mi sembrava la cosa giusta: c’erano diversi ideali che mi attraevano e nei quali mi riconosco, come quelli di autogoverno e organizzazione dal basso”, aveva risposto Lorenzo.
L’agenzia Agi è riuscita a contattare la madre: “Non possiamo sconfiggere l’Isis finché qualcuno continua a finanziarlo. Voleva liberare i curdi dal fascismo”.
Lorenzo Orsetti ha lasciato un messaggio di addio diffuso in rete dagli altri combattenti italiani in cui spiegava di essere morto “facendo quello che ritenevo più giusto”.
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