La redazione di TPI ha stilato la lista (non redatta in ordine di importanza) di quelli che secondo noi sono stati i migliori libri del 2016. Uno spunto e un suggerimento ai nostri lettori per le letture durante le vacanze natalizie, nel caso ve li foste persi, prima dell’arrivo di nuovi titoli per questo 2017 ormai alle porte.
Giorni selvaggi, una vita sulle onde (Titolo originale: Barbarian Days), di William Finnegan, acclamato reporter del New Yorker, è stato tradotto in italiano dalla casa editrice 66thandthe2nd. È il primo libro citato dal quotidiano britannico The Guardian nella sua classifica dei migliori libri di sport del 2016 e ha vinto il Premio Pulitzer per la miglior autobiografia nel 2016, semplicemente perché è un capolavoro. È l’autore stesso a raccontarsi: trasferitosi nelle Hawaii quando era ancora un bambino, scopre da subito una sconfinata passione per il surf e le onde, con le quali manterrà un legame unico per tutta la vita. Un’esistenza di ricerca perpetua, quella di tutti i surfisti (e di tutti i reporter).
Numero Zero (Bompiani, 2016) è il settimo e ultimo libro scritto da Umberto Eco, venuto a mancare il 19 febbraio 2016. Un libro che tutti i giornalisti o aspiranti tali dovrebbero leggere. Eco racconta, con il suo stile e l’ironia che caratterizza la sua scrittura, come funzionano certe redazioni e come ragiona chi lavora in questo ambiente. Un ambizioso editore riunisce un gruppo di giornalisti per progettare un giornale diverso, Domani, che non verrà mai pubblicato. Numero Zero è un libro di critica intelligentissima – con molti riferimenti alla storia d’Italia – a un certo modo di fare giornalismo.
I signori del cibo (Minimum Fax, 2016) è un libro del giornalista italiano Stefano Liberti, definito dal giornalista Federico Rampini “un eccellente libro-inchiesta”. Dopo i successi A Sud di Lampedusa e Land Grabbing, Liberti racconta chi sono i colossi che controllano ciò che mangiamo. Non solo una lettura interessante ma anche un vero e proprio reportage d’importanza giornalistica. L’autore ha seguito per due anni la filiera di quattro prodotti alimentari per osservare che cosa accade in un settore vorace come quello dell’alimentazione.
Il celebre fumettista romano ZeroCalcare (Michele Rech) ha viaggiato, nel corso di un anno, in Turchia, Iraq e Siria per documentare la resistenza curda, nella regione del Rojava. Da questi viaggi è nato il fumetto Kobane Calling (Bao Publishing, 2016). Un’anteprima del libro è stata pubblicata dal settimanale Internazionale, nel 2015. Calcare racconta la storia, con la sua immancabile ironia e leggerezza.
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La paranza dei bambini (Feltrinelli 2016) è il nuovo romanzo di Roberto Saviano. L’autore immagina dieci ragazzi piccolo borghesi (i paranzini) che sfrecciano in motorino alla conquista di Napoli con le Nike ai piedi. La sete di potere e di conquista verranno saziate dal contatto precoce con la Camorra, alla quale il gruppo armato si legherà definitivamente. Saviano racconta quei giovani del sud la cui virtù maggiore è quella di non aver paura di morire, a costo di arrivare.
Dopo il successo di Born in The Usa (1984), il cantautore e chitarrista statunitense Bruce Springsteen torna con un’acclamata autobiografia, omonima di un’altra delle sue note canzoni: Born to run (Mondadori, 2016). L’autore si mette a nudo e racconta i tormenti interiori che hanno ispirato i suoi più grandi capolavori.
Secondo quanto riportato su una critica letteraria del New York Times, “alcuni scrittori sono prolifici giramondo, che canalizzano il loro desiderio di esplorazione in lunghi racconti di viaggio: best seller che invadono il mondo. E poi ci sono quelli per cui questo tipo di scrittura è un secondo lavoro: romanzieri, giornalisti e critici letterari”. Uno di questi è Andrew Solomon, che scrive di politica, cultura e psicologia.
Con il suo Far and Away, Solomon, vincitore del National Book Award, ci lascia una serie di scritti straordinari sui luoghi che nell’ultimo quarto di secolo hanno subito delle drastiche trasformazioni sociali, politiche e culturali. Dalle barricate di Mosca nel 1991 alle macerie dell’Afghanistan nel 2002, l’autore ci regala uno sguardo unico sul mondo che cambia, attraverso tutte le persone che ha incontrato nei suoi numerosi viaggi. Speranza, coraggio ed esperienza di vita sono gli ingredienti fondamentali di quello che Vanity Fair Usa ha definito uno scritto che fa tremare l’anima.
Tempo di seconda mano. La vita in Russia dopo il crollo del comunismo (Bompiani, 2016) è la nuova opera di Svetlana Aleksievič, Premio Nobel per la Letteratura 2015. I protagonisti-narratori del libro sono cittadini russi: contadini, operai, studenti, intellettuali, politici che hanno raccontato all’autrice, per oltre trent’anni, la nascita della nuova Russia, in seguito al crollo dell’Unione Sovietica e alle problematiche che ne sono derivate.
Sono in molti a pensare che la barriera della lingua sia d’ostacolo all’amore. Lo crede anche Lauren Collins, autrice di When in French: Love in a Second Language. Lo ha provato sulla propria pelle: quando Collins si trasferisce a Londra e si innamora di un francese di nome Olivier. Che cosa significa dunque amare qualcuno che parla un’altra lingua? Impararla alla perfezione, forse, per capire fino in fondo la persona che si ha davanti. Non senza frustrazioni, imbarazzi e sorprese.
Le otto montagne (Einaudi, 2016) è un romanzo di Paolo Cognetti, un autore italiano di documentari e scrittore di romanzi, tra le altre cose. Un libro potente, ambientato in montagna, che non è solo un luogo ma anche un modo di vivere la vita. La storia di un ragazzino di città che trascorre le sue estati in mezzo alla natura e riscopre la relazione con il padre facendo lunghe camminate sui monti. Quelle che considera come la vera eredità e il lascito più importante.
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