L’Italia non si è dimenticata di Giulio Regeni, il ricercatore italiano scomparso in Egitto esattamente un tre fa, il 25 gennaio 2016. Giulio viveva al Cairo, dove svolgeva un dottorato di ricerca per l’Università di Cambridge sui sindacati indipendenti egiziani.
Il cadavere dello studente di 28 anni fu trovato alla periferia della capitale il 9 febbraio 2016: Giulio era seminudo, con visibili segni di tortura. Il suo corpo era talmente martoriato da essere difficilmente riconosciuto persino dalla madre.
Sono trascorsi due anni, ma la verità sui mandanti, sugli artefici e carnefici di quel terribile gesto sembra ancora molto lontana.
Il ricordo di Giulio non si affievolisce. In questi mesi cittadini, enti locali, biblioteche, giornali, radio, programmi televisivi, personaggi dello spettacolo, scuole di ogni ordine e grado hanno colorato di giallo l’Italia intera per portare avanti la richiesta di verità per Giulio Regeni e per tutte le vittime di sparizione forzata e tortura in Egitto.
“C’è stata una mobilitazione di massa che tende a non affievolirsi, e che ha dell’incredibile”, spiega Danilo De Biasio, direttore del Festival dei Diritti Umani a Milano. “È scattato un meccanismo di riconoscimento ed empatia: ognuno di noi ha nella famiglia o tra gli amici una persona che ha voluto provare un’esperienza di studio. Ma la figura di Giulio ha suscitato soprattutto rispetto. Da un certo punto di vista il governo può anche andare a rilento, ma quel tipo di pressione positiva dell’opinione pubblica continua, è molto diffusa perché ciascuno di noi può riconoscersi”.
Ed è un giovanissimo Giulio quello che compare in un’intervista sul sito di Rai Radio Tre, nella quale l’allora diciannovenne risponde a domande più grandi di lui. Cos’è la libertà? Cos’è l’amicizia?
Ecco alcune delle sue risposte:
Quanti anni hai? Cosa fai adesso?
Adesso ho 19 anni (eh, è passato tanto tempo!) e sono alle prese con l’ultimo anno di Scuole Superiori.
Che cos’è per te la libertà?
Uh, cominciamo con le domande facili, eh? La possibilità di esprimere te stesso a livello intellettuale all’interno di un sistema sociale capace di supportarti nelle tue scelte.
Qual è il tuo piatto preferito?
Pizza. Penso bufale ma resto sull’incerto. In ogni caso non ne mangio una vera da nove mesi!
Quali programmi ti piace guardare alla TV?
Eh, è da tanto che non la guardo!
Per che squadra tifi?
Democratici alle presidenziali americane del prossimo anno!
Che musica ascolti?
Mmmmmmmmh… la lista si farebbe lunga se lasciassi andare il mio flusso di pensiero, e dunque vi dico solamente che mi piace sperimentare con gli ascolti, e che al momento mi sto addentrando nella musica elettronica contemporanea.
Pratichi qualche sport?
Basket (quando ho tempo!)
Immaginiamo che domani comincino le tue vacanze: verso quale meta partiresti?
Eheheheh! Dopo casa? Probabilmente Cuba. Però solo finché resta vivo Castro. Poi diventerà come qualsiasi altro luogo di villeggiatura caraibico.
Cos’è per te l’amicizia?
Il supporto, il senso di supporto incondizionato e l’interesse reciproco tra due persone.
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