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Roma, la lettera di una madre alla figlia morta in moto per colpa delle buche: “Aiutami a evitare altri lutti”

Graziella Viviano con sua figlia

Lo scorso 7 maggio una ragazza di 26 anni, Elena Aubry, è morta a Roma dopo un incidente in moto sulla via Ostiense. A provocare l'incidente, una delle tante buche che infestano le strade della capitale

Di Luca Serafini
Pubblicato il 4 Lug. 2018 alle 09:31 Aggiornato il 4 Lug. 2018 alle 09:36

“Ho bisogno di te, amore mio. Ho bisogno del tuo aiuto perché qui non sembrano capire. C’è pure chi dice che le buche non ci sono”.

Lo scorso 7 maggio una ragazza di 26 anni, Elena Aubry, è morta a Roma dopo un incidente in moto sulla via Ostiense. A provocare l’incidente, una delle tante buche che infestano le strade della capitale.

Un problema endemico che nessuna amministrazione, a Roma, è mai riuscita realmente ad affrontare.

Dall’inizio del 2018 nella capitale sono già morte 88 persone a causa di incidenti stradali. Solo nei primi tre mesi dei quest’anno si sono registrate 44 voragini.

Negli ultimi 8 anni Roma è passata da una media di 16 voragini all’anno a ben 90, con un picco di 104 nel 2013.

Proprio il tema delle voragini sul manto stradale era stato al centro della campagna elettorale di Virginia Raggi, la quale aveva annunciava di aver già investito 17 milioni di fondi straordinari per le buche.

La madre di Elena Aubry, Graziella Viviano, in seguito all’incidente che è costato la vita alla figlia ha deciso di scrivere una lettera-appello in cui, rivolgendosi a Elena, parla in realtà a tutti i romani, amministrazione comunale compresa.

“Amore mio, noi non dobbiamo permettere che muoiano altre persone. Elena aiutami. Il sistema c’è e funziona. Basta evidenziarle con una semplice bomboletta di vernice gialla”.

È questo il messaggio che la signora Viviano rivolge a tutti i romani: evidenziare le buche, i dossi e gli altri pericoli con della vernice gialla. Il suo appello non è rimasto inascoltato, e molte persone hanno iniziato a marcare con segni gialli le strade di Roma.

Intervistata dal Corriere della Sera, la signora Viviano ha rimarcato come il suo appello sia anche una risposta al video pubblicato pochi giorno fa da Beppe Grillo, in cui il fondatore del Movimento Cinque Stelle affermava che a Roma il problema delle buche era sostanzialmente risolto.

“Su certe cose non si può scherzare, la morte di mia figlia merita rispetto”, è il commento di Graziella Viviano.

Ecco il testo integrale della lettera:

 

“Ciao Elena, sono mamma, sempre io. Sai, qui comincia a far davvero caldo, si va al mare. Niente più selfie quest’anno assieme, niente più risate, niente più NIENTE !!! Ma non ti sto scrivendo per questo, non voglio pensare a questo, impazzirei… Ho bisogno di te, amore mio. Ho bisogno del tuo aiuto perché qui non sembrano capire. C’è pure chi dice che le buche non ci sono… Sai, si va al mare. Tanti passano sulle strade e… tu sai cosa può succedere se un dosso, una buca «si mette per traverso». Ma, amore mio, noi non dobbiamo permettere che muoiano altre persone. Elena aiutami. Il sistema c’è e funziona. Basta evidenziarle con una semplice bomboletta di vernice gialla. Se solo i nostri amministratori volessero ascoltare… chiedi lassù, che si faccia il miracolo, che qualcuno gli apra le menti e il cuore. Se solo un cuore generoso avesse evidenziato le «tue» buche in quella maledetta strada, adesso tu saresti qui con me e Sofia, andremmo al mare a ridere, a scherzare, a farci ancora tanti «stupidi e inutili» selfie… (ora per me così preziosi)”.

Firmato: Graziella Viviano

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