In un’intervista al Corriere della Sera, il senatore della Lega Mario Pittoni ha risposto alle polemiche che gli sono piovute addosso negli ultimi giorni.
Pittoni, infatti, pur essendo stato messo a capo della commissione Istruzione di Palazzo Madama, ha come titolo di studio la terza media.
Un’anomalia, secondo molti, che renderebbe il leghista inadatto a presiedere quella Commissione.
Il diretto interessato però non ci sta: “I giornali non sanno più a cosa attaccarsi per contestare questa nuova maggioranza. Io sono un grande appassionato e studio di continuo, più di tanti altri. Il mio punto di forza è essere bravo in italiano”, ha detto al Corriere.
Quanto ai motivi che lo hanno portato a non diplomarsi, Pittoni ha precisato: “Ero e sono interessato a imparare, non a portare a casa un titolo di carta. Con mamma e fratello insegnanti, sono praticamente cresciuto a pane e scuola, e i miei cinque anni di medie superiori li ho fatti, anche se in due scuole diverse”.
Pittoni ha anche rifiutato qualsiasi tipo di parallelismo con Valeria Fedeli, l’ex ministro dell’Istruzione: “Tra me e lei c’è una differenza abissale: lei ha scritto il falso nel suo curriculum, mentre io solo la verità”.
In una precedente intervista all’Espresso, il responsabile scuola del partito di Matteo Salvini aveva spiegato di non aver confermato prima questa voce per “paura della guerra social”.
“Quello che c’è da sapere non si impara su polverosi libri”, aveva detto Pittoni, rivendicando la sua scelta di non arrivare alla maturità.
Il senatore Pittoni, classe 1950, è colui che ha scritto il programma della Lega sulla scuola, per superare la riforma Buona Scuola. Sul suo curriculum, pubblicato sul portale del Comune di Udine e scritto a penna, si legge che è stato addetto stampa di Edi Orioli, campione della Parigi-Dakar e direttore responsabile di una rivista di annunci.
Alla voce istruzione o formazione il senatore ha però scritto “iscrizione albo dei giornalisti pubblicisti dal 1981”, senza specificare il suo titolo di studio.
Tra le sue proposte per migliorare la scuola pubblica, come riferisce L’Espresso, vi è l’unificazione della scuola elementare e della scuola media, il ritorno al professore prevalente che segue gli alunni per tutto il ciclo scolastico e il ripristino del “valore educativo delle bocciature”.
Alcune delle sue proposte si trovano nel contratto di Governo, come l’abolizione della chiamata diretta e i trasferimenti.
Lega e Movimento Cinque Stelle, quando venne fuori che l’ex ministra dell’Istruzione non era diplomata e aveva mentito sul suo titolo di studio, chiesero immediatamente le dimissioni di Valeria Fedeli.
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