Il 17 febbraio il Senato italiano ha rinviato la discussione e la votazione del Ddl Cirinnà sulle unioni civili dopo che il Partito Democratico (Pd) non ha trovato con le altre formazioni l’intesa per l’approvazione dell’emendamento presentato da Andrea Marcucci che avrebbe fatto decadere le migliaia di emendamenti presentati dagli oppositori della legge per fare ostruzionismo.
Lo strumento, conosciuto con il nome di canguro, permette attraverso una votazione di respingere tutti gli emendamenti, anche migliaia, presentati in merito a una determinata legge.
A portare al rinvio della votazione del Ddl Cirinnà era stato il rifiuto da parte del Movimento 5 Stelle – inizialmente favorevole alla legge, ma che successivamente ha deciso di lasciare ai suoi parlamentari libertà di coscienza – di votare l’emendamento Marcucci, considerato dal gruppo uno strumento che distrugge il dibattito parlamentare.
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Il Pd per approvare il Ddl Cirinnà nella sua forma originaria aveva infatti, numeri alla mano, matematicamente bisogno del sostegno del Movimento 5 Stelle. Il Nuovo Centrodestra (Ncd), alleato di governo del Pd, è sempre stato fortemente contrario al Ddl Cirinnà originario per via della presenza della norma sulla stepchild adoption.
Questa norma garantiva alle coppie omosessuali che avessero stipulato un’unione civile che uno dei partner potesse adottare il figlio biologico dell’altro. Tuttavia la norma a detta di Ncd sarebbe stato un’apripista ai matrimoni omosessuali e alle adozioni da parte di coppie gay.
Al fine di evitare di far impantanare il Ddl Cirinnà col rischio di non farlo approvare, il Pd ha deciso di trovare l’accordo con il suo alleato di governo, l’Ncd, e porre il voto di fiducia.
Per rendere possibile questo accordo, il Ddl Cirinnà ha subito alcune piccole modifiche. In primo luogo, l’articolo 5, relativo alla stepchild adoption, è stato stralciato dal resto della legge, e inoltre per quanto riguarda le unioni civili è stato tolto l’obbligo di fedeltà, requisito presente nei matrimoni.
Una terza modifica è quella relativa allo scioglimento delle unioni civili, che non avverranno di fronte al giudice ma di fronte all’ufficiale di stato civile anche nel caso in cui lo scioglimento non avvenga in maniera consensuale.
È iniziata alle 9:30 del 25 febbraio la discussione riguardo la legge con le modifiche introdotte. Per le 17 sono previste le dichiarazioni di voto e, a partire dalle 19:30, le votazioni.
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