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Pensioni d’oro, grandi opere, No Way: tutti i temi su cui Lega e M5s sono in disaccordo

Il premier Conte e i due vicepremier Di Maio e Salvini

Ecco, uno per uno, i principali temi che hanno rappresentato motivo di divergenza e attrito tra le posizioni dei due partiti di governo

Di Laura Melissari
Pubblicato il 6 Set. 2018 alle 14:33 Aggiornato il 6 Set. 2018 alle 16:28

Le divergenze | Contratto di governo | Comitato di conciliazione | Migranti | Nazionalizzazione delle autostrade | La vicinanza a Orban | Le pensioni d’oro | Le Grandi Opere

Le spaccature tra i due partiti di governo, la Lega e il Movimento Cinque Stelle, sono ormai evidenti su una serie di questioni, primo fra tutti la gestione dei migranti e le nazionalizzazioni. Temi caldi che dovranno essere affrontati al più presto, anche in virtù dell’avvicinarsi delle scadenze per la legge di bilancio (qui le ultime notizie sul governo).

Per questo, secondo le indiscrezioni di stampa, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sarebbe intenzionato a convocare una “Cabina di regia” all’inizio della prossima settimana, per placare le fibrillazioni interne tra M5s e Lega.

La “Cabina di regia” cui fanno riferimento i giornali potrebbe essere il “Comitato di conciliazione”, l’organo previsto dal contratto di governo gialloverde proprio al fine di superare gli eventuali contrasti tra le due forze politiche sull’applicazione dell’accordo.

Contratto di governo: ecco il programma di Lega e M5S in punti

Il contratto prevede che Lega e M5s “sono insieme responsabili di tutta la politica dell’Esecutivo”. Le due forze politiche si impegnano a stabilire “insieme il lavoro in ambito parlamentare e governativo”.

In caso di contrasto tra loro sull’interpretazione e l’applicazione dell’accordo, però, “le parti si impegnano a discuterne con la massima sollecitudine e nel rispetto dei principi di buona fede e di leale cooperazione”.

Se le divergenze continuano ad esistere, viene convocato il Comitato di conciliazione, la cui composizione e funzionamento sono demandate a un accordo tra le parti.

Cos’è il “comitato di conciliazione”, chiamato a risolvere le questioni più spinose per Lega e M5S

Vediamo, uno per uno, i principali temi che hanno rappresentato motivo di divergenza e attrito tra le posizioni dei due partiti di governo:

Migranti

Il tema dei migranti, e il braccio di ferro di Salvini sulla vicenda Diciotti, ha messo, e metterà a dura prova l’armonia tra i due partiti di governo.

Il presidente della Camera Roberto Fico ha preso posizione contro la decisione del Viminale di negare lo sbarco a 148 migranti a bordo della nave Diciotti, attraccata al porto di Catania.

“Tu fai il presidente della Camera, io faccio il ministro dell’Interno”, ha detto però in una diretta Facebook il ministro dell’Interno Matteo Salvini aprendo la polemica con Roberto Fico (qui le sue dichiarazioni).

Il presidente della Camera, figura di primo piano del Movimento Cinque Stelle, aveva preso posizione al fianco dei migranti in un post in cui scriveva:

“La giusta contrattazione con i Paesi dell’Unione europea può continuare senza alcun problema, adesso però le 177 persone – tra cui alcuni minori non accompagnati – devono poter sbarcare. Non possono essere più trattenute a bordo, poi si procederà alla loro ricollocazione nella Ue”.

Non è la prima volta che il presidente della Camera prende le distanze dalla linea dura del governo sui migranti, anche sul fronte delle ong.

La replica di Fico è arrivata dopo la decisione del governo di consentire lo sbarco di 29 minori non accompagnati dalla Diciotti.

“Buona notizia che il governo abbia deciso di far scendere i minori dalla Diciotti”, ha commentato il presidente della Camera. “Per me fare il presidente della Camera significa far sì che lo Stato non rinneghi mai principi fondamentali e dignità umana. Sono stato eletto per questo, rinunciando allo stipendio da presidente”.

Subito la replica di Salvini: “Con Di Maio lavoro bene, è una persona seria, qualcun altro invece ha tanto tempo per parlare”, ha detto il ministro dell’Interno. “Mi pare che Fico, ad esempio, faccia e dica l’esatto contrario di quanto fanno e dicono altri esponenti della Lega e dei Cinque stelle”.

Sul tema dei migranti Salvini non fa mistero del suo obiettivo di seguire il modello australiano per i migranti irregolari. (Qui abbiamo spiegato cos’è il No Way).

Ma anche qui le posizioni tra i due partiti di governo sono lontane: “Il ‘no way’ non è nel contratto di governo, è legittimo che sia un obiettivo di Salvini, ma come politiche di governo siamo per fermare le partenze, che è un altro concetto”, ha detto Luigi Di Maio a Sky Tg24 il 26 agosto, riferendosi alla possibilità dei respingimenti.

Nazionalizzazione delle autostrade

Dopo il crollo del ponte Morandi il tema della concessione ad Autostrade per l’Italia e l’eventuale nazionalizzazione della rete autostradale sono al centro del dibattito pubblico.

L’eventuale nazionalizzazione di Autostrade sarebbe conveniente” perché “ricavi e margini tornerebbero in capo allo Stato attraverso i pedaggi, da utilizzare non per elargire dividendi agli azionisti, ma per rafforzare qualità dei servizi e sicurezza delle nostre strade”, ha affermato il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, in un’intervista al Corriere della Sera. (Qui abbiamo spiegato in cosa consisterebbe e che effetti avrebbe un’eventuale nazionalizzazione delle autostrade).

“Questo Governo farà di tutto per rivedere integralmente il sistema delle concessioni e degli obblighi convenzionali, valutando di volta in volta se l’interesse pubblico sia meglio tutelato da forme di nazionalizzazione oppure dalla rinegoziazione dei contratti in essere in modo che siano meno sbilanciati a favore dei concessionari”, ha ribadito il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, in audizione nelle commissioni riunite Ambiente di Camera e Senato sul crollo del ponte Morandi, che ha causato la morte di 43 persone.

Il Movimento Cinque Stelle non fa mistero della sua posizione a favore della nazionalizzazione. Chi non è così convinto è la Lega. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, frena il governo sulla nazionalizzazione della rete autostradale.

“Non sono molto persuaso che la gestione dello Stato sia di maggiore efficienza”, aveva affermato intervenendo a Rimini al Meeting di Cl il 20 agosto 2018.

Salvini ha finora mantenuto una posizione più neutra, ammettendo di vedere dei vantaggi nella nazionalizzazione, ma riservandosi di discuterne dopo aver studiato i bilanci di autostrade.

La vicinanza a Orban

Il 28 agosto 2018 Matteo Salvini ha incontrato a Milano Viktor Orban, il premier ungherese, mentre a Milano la sinistra manifestava il suo dissenso ai due leader populisti in piazza San Babila. Qui tutti i temi di cui hanno parlato Salvini e Orban in prefettura.

L’incontro non è stato accolto bene dagli alleati di governo di Salvini che hanno preso le distanze dal vertice: “L’incontro tra Matteo Salvini e Viktor Orban va considerato come un incontro solo ed esclusivamente politico e non, dunque, istituzionale o governativo”, hanno specificato i capigruppo M5S di Camera e Senato, Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli.

La posizione dei Cinque stelle su Orban è ben diversa da quella di stima e amicizia portata avanti da Salvini. Per il Movimento “i paesi che non aderiscono ai ricollocamenti e tutti quelli che nemmeno si degnano di rispondere alla richiesta d’aiuto dell’Italia, per noi non dovrebbero più ricevere i fondi europei. E tra questi, al momento, c’è anche l’Ungheria”.

Le parole più dure e nette sono arrivate da Roberto Fico, presidente della Camera ed esponente di spicco del M5s. “Orban? È quanto di più lontano sia dalla mia mente sia dalla mia testa come politica, principi e valori”, ha detto Fico, a margine di una visita a un bene confiscato alla camorra ad Afragola, nel napoletano. Non è la prima volta che Fico manifesta posizioni diametralmente opposte a quelle di Salvini, come per esempio sul tema migranti e nave Diciotti.

Pensioni d’oro

Un altro terreno di scontro è stato quello delle pensioni d’oro: le posizioni più intransigenti del Movimento 5 Stelle si sono scontrate con quelle decisamente meno nette della Lega.

Il 28 agosto sul quotidiano la Repubblica, il consigliere economico di Salvini, Alberto Brambilla, aveva bocciato la proposta sui trattamenti pensionistici superiori agli 80 mila euro.

Repubblica aveva anticipato uno studio di Itinerari previdenziali, un centro studi presieduto da Brambilla: “Retroattivo. Iniquo. Arbitrario. E dunque incostituzionale. Ma soprattutto irrealizzabile”, ha detto Brambilla riferendosi al progetto di legge.

Il progetto di legge depositato alla Camera il 6 luglio scorso dai capigruppo di Lega e Cinque Stelle orevede un ricalcolo contributivo delle pensioni d’oro sopra i 4 mila euro netti al mese, 80mila euro lordi all’anno.

“Non voglio entrare in uno scontro con chi chiede di rallentare sui tagli alle pensioni, ma nel contratto di governo abbiamo scritto che vogliamo tagliare le pensioni d’oro: se qualcuno vuol dire che il contratto non si deve attuare lo dica chiaramente, altrimenti si va avanti”, ha detto il vicepremier Luigi Di Maio.

Sul tema, per mettere a tacere gli scontri è intervenuto Matteo Salvini: “Sulle pensioni rispetteremo il contratto di governo. Ho convocato per martedì prossimo una riunione per la prossima manovra, come segretario di partito. Le mega pensioni non coperte da contributi non hanno senso di esistere. Sono contento di questi mesi di lavoro e ci prepariamo ad una manovra economica che darà le prime risposte, non promettiamo miracoli, ma i primi segnali di cambiamento per l’economia”.

Infrastrutture: le Grandi Opere

Cavallo di battaglia del Movimento Cinque Stelle, sia in campagna elettorale che in passato negli anni in cui era all’opposizione, è sempre stato il No alle cosiddette Grandi Opere. La Lega, al contrario, per sua naturale inclinazione, è favorevole alle infrastrutture su cui i grillini hanno sempre fatto opposizione. Tra queste vi sono la Tav Torino-Lione, la Tap, il Terzo Valico e e le Pedemontane.

Nel contratto di governo non è stato inserito lo stop alla Tav, come avrebbero voluto i Cinque stelle, ma è stato trovato un compromesso meno vincolante: “Con riguardo alla Linea ad Alta Velocità Torino-Lione, ci impegniamo a ridiscuterne integralmente il progetto nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia”.

Sulle altre grandi opere, tra cui gasdotto Tap, terzo valico e Pedemontane, Salvini ha espressamente detto che sono infrastrutture da realizzare.

Il 30 agosto 2018 il vicepremier ha firmato a Venezia, con il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, un nuovo Protocollo di legalità per i lavori della Pedemontana Veneta. Si tratta di una superstrada a pedaggio che collegherà l’alta pianura veneta alle autostrade A4 e A27, passando attraverso le province di Vicenza e Treviso.

Lavoro

Matteo Salvini lo ha detto forte e chiaro: la Lega vuole la reintroduzione dei voucher, i buoni lavoro aboliti dal governo Gentiloni nel marzo 2017 e reintrodotti in forma diversa, attraverso la formula del libretto famiglia e del Contratto di prestazione occasionale, nel luglio dello stesso anno.

Il leader del Carroccio punta a infilare il ripristino dei voucher nel decreto dignità. Il Movimento Cinque Stelle, dopo aver fatto la guerra al Pd sul Jobs Act, inizialmente ha fatto muro, ma adesso anche le posizioni dei pentastellati si stanno smussando.

Di Maio è apparso molto più possibilista che in passato. Per il ministro del Lavoro “per specifici lavori che non sono a rischio sfruttamento, che richiedono un tipo di pagamento quotidiano, non abbiamo mai detto di essere contrari”, anche se “non permetteremo nessuna forma giuridica che lasci aperte strade che portano allo sfruttamento”.

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