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Le violenze sulle donne

La Camera ha approvato la Convenzione di Istanbul sulle violenze di genere, ma secondo un'indagine Onu c'è ancora molto da fare

Di Michele Teodori
Pubblicato il 31 Mag. 2013 alle 10:19

Martedì scorso l’Italia ha iniziato l’iter che la porterà a essere il quinto Paese a ratificare la Convenzione di Instanbul, volta a combattere la violenza contro le donne. La Camera ha approvato a all’unanimità il testo della convenzione in attesa del passaggio al Senato. Firmata da 29 Paesi, ma finora ratificata solo da Albania, Turchia, Portogallo e Montenegro, la convenzione ha bisogno della ratifica di 10 Paesi – tra cui otto membri del Consiglio d’Europa – per entrare in vigore.

Con la diminuzione del 90 per cento dei delitti legati alla criminalità organizzata negli ultimi 22 anni, gli omicidi tra uomini sono diminuite considerevolmente, mentre il tasso di omicidi verso vittime femminili è rimasto invariato (1 donna ogni 50 mila uccisa ogni anno). In questo modo la percentuale di questi omicidi sul totale è aumentata. Lo scorso anno le donne assassinate in Italia sono state 122.

Secondo un’indagine condotta dall’Istat del 2011, circa un terzo delle donne tra i 16 e i 70 anni hanno dichiarato di essere state vittime di violenza, fisica o sessuale, almeno una volta nella vita. Dopo aver visitato l’Italia lo scorso anno, Rashida Manjoo, il relatore speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne aveva affermato un urgente bisogno di affrontare il problema.

Per Manjoo l’attuazione delle leggi italiane è spesso ostacolata dalla loro natura frammentaria, da sanzioni inadeguate e dalla mancanza di mezzi di ricorso per le vittime. “Le donne portano un pesante fardello in termini di cura delle famiglie, mentre il contributo degli uomini è tra i più bassi al mondo,” ha dichiarato Manjoo, citando studi secondo cui il 53 per cento delle donne che appaiono in televisione in Italia non parla, mentre il 46 per cento di loro “sono state associate con temi quali sesso, moda e bellezza, mentre solo il due per cento a problemi di impegno sociale e professionalità”.

Secondo i dati della polizia, nel 2010 il 44,9 per cento delle vittime femminili è stato ucciso dal partner o da un ex , mentre il 44,5 per cento dei delitti che colpiscono gli uomini sono commessi da una persona non identificata e solo il 3,8 per cento dalla partner o da una ex.

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