Hanno ragione i mammoni nostrani: la madre italiana è la migliore al mondo. Ad affermarlo Joe Queenan, editorialista del Wall Street Journal, che in un articolo del 2012 rispondeva alla popolarità delle cosiddette “tiger moms” cinesi, celebrando questo caso particolare di made in Italy.
Il verdetto era stato emesso dopo aver passato in rassegna diversi libri che promuovevano modelli di maternità a carattere “nazionale”: madri francesi, gallesi, mongole, delle Isole Fiji, oltre alle già citate madri cinesi che nel dibattito erano caratterizzate come inflessibili e rigorose nella disciplina.
L’autore era legato in particolare al ricordo della madre di un amico d’infanzia italiano, e delle sue capacità culinarie. Assieme a queste qualità, spesso si riconoscono alla madri italiane la capacità di essere affettuose e protettive, di filtrare le tradizione e la saggezza popolare tramandata dalle nonne e di essere presenti ai bisogni della famiglia.
In sostanza se si considerano anche gli impegni fuori dalle mura domestiche, non è difficile immaginare le mamme italiane come oberate di lavoro.
Lo dimostrano anche le statistiche. Secondo dati OCSE, le madri italiane, che abbiano o meno un impiego, dedicano agli impegni domestici in media 5 ore al giorno, posizionandosi al quarto posto tra i paesi industrializzati. Un carico di lavoro di ben tre volte maggiore rispetto ai propri compagni, che in Italia dedicano appena 100 minuti alle faccende domestiche.
Anche nei casi in cui svolgono gli stessi orari lavorativi dei propri partner, le donne nella fascia d’età tra i 25 e i 44 anni – tipicamente associata a un impegno domestico maggiore ad esempio per la presenza di figli – dedicano più tempo al lavoro casalingo rispetto agli uomini.
Questo divario tende ad aumentare il carico di responsabilità che devono assumersi le mamme italiane, soprattutto se negli ultimi 20 anni sono aumentate fino a superare il 60% le famiglie in cui entrambi i genitori lavorano.
Un’altra testimonianza è offerta da un’intervista a più di 100 mamme tra i 30 e i 50 anni. Risulta che mediamente la loro giornata è composta da una serie di attività che “una persona normale impiegherebbe due giorni a svolgere.”
Da queste analisi la mamma italiana emerge come una sorta di dea Kalì, che riesce contemporaneamente a lavorare, fare la spesa, preparare la cena, lavare, stirare, pulire, preparare e accompagnare a scuola i figli, ricordarsi di qualsiasi occorrenza quotidiana tra compleanni e onomastici, e eventualmente riposarsi.
Un elenco che non rende giustizia a come le mamme italiane effettivamente si distinguono in tutte queste attività, a cominciare delle capacità culinarie, riverite a livello internazionale.
Se non è la madre migliore del mondo sicuramente ci si avvicina.
Una delle cose che più odia? Perdere tempo per le cose inutili. Per esempio dover cercare le chiavi dell’auto del marito, o dover ritrovare dove i bambini hanno messo le chiavi di casa.
Per questo la festa della mamma può essere l’occasione perfetta per regalare un po’ di tranquillità.
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