Cécile Kyenge è diventata ministro dell’Integrazione lo scorso mese di aprile, eppure dopo nove mesi nel Bel Paese si continua a parlare di atti di razzismo nei suoi confronti. Il giornale della Lega, La Padania, ha di recente cominciato a pubblicare l’itinerario giornaliero del ministro, probabilmente per fare in modo che i suoi disturbatori sappiano sempre dove trovarla. Intanto, la polizia ha confermato che una busta non pericolosa contenente bicarbonato di sodio è stata inviata al ministro Kyenge mercoledì scorso.
Secondo il quotidiano spagnolo El Paìs, gli attacchi contro il ministro dell’Integrazione sembrano addirittura raddoppiati negli ultimi tempi. Gli insulti e il comportamento della Lega nord contro la Kyenge “hanno a che fare con il colore della sua pelle, ma rappresentano anche una chiara strategia del partito nazionalista per le elezioni europee del prossimo maggio”, ha scritto il quotidiano. Mentre gli attacchi crescono, Cécile Kyenge risponde con la sua solita calma, sostenendo che l’Italia non è razzista, ma che è necessario fermare al più presto i focolai di intolleranza nel Paese.
La Bbc ha pubblicato in un articolo la richiesta del ministro affinché la politica e le istituzioni facciano di più contro il razzismo. “La politica deve prendere posizione compattamente e condannare il razzismo perché non diventi un’arma pericolosa che può uccidere la democrazia”, ha detto la Kyenge durante un’intervista, aggiungendo: “La nostra Costituzione è un forte strumento per combattere il razzismo, ma non viene mai usata. Il Paese deve reagire in risposta a questi atti, che devono essere riconosciuti per quello che sono, cioè atti di razzismo e discriminazione”.
Anche il Washington Post ha riportato la notizia, spiegando che il ministro “si è guadagnata l’ira della Lega promettendo di cambiare le politiche di immigrazione e cittadinanza restrittive in Italia e sostenendo che gli immigrati sono una risorsa di cui l’Italia ha bisogno e non un peso o una minaccia per la sicurezza.”
Il giornale tedesco Die Welt parla invece di vero e proprio “stalking” contro il ministro per l’Integrazione. “L’Italia”, scrive il quotidiano, “è un Paese in ritardo con l’immigrazione”. Secondo l’ultimo censimento, il numero degli immigrati sarebbe cresciuto da 1,3 milioni a oltre 4 milioni negli ultimi 10 anni. Si tratta per lo più di rumeni, albanesi, marocchini, cinesi, ucraini e moldavi. Il disagio della popolazione nei confronti degli immigrati, secondo Die Welt, è evidente e può essere percepito non solo nella politica, ma anche negli stadi, dove non è raro che si sentano cori razzisti.