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La Fifa contro Tavecchio

Le frasi razziste del candidato alla guida della Figc hanno scatenato dure reazioni anche fuori dall'Italia

Di Stefano Mentana
Pubblicato il 29 Lug. 2014 alle 06:57 Aggiornato il 4 Nov. 2019 alle 20:02

La Fifa (Fédération Internationale de Football Association) ha inviato una lettera alla Federazione Italiana Giuoco Calcio, Figc, nella quale ha chiesto di prendere le “misure appropriate” in relazione alle frasi razziste pronunciate il 25 luglio da Carlo Tavecchio, candidato principale alla presidenza della Figc in seguito alle dimissioni di Giancarlo Abete scaturite dal fallimento dell’Italia al mondiale in Brasile.

La federazione internazionale ha scritto che le parole di Tavecchio “hanno allertato la Task Force della Fifa contro il razzismo e la discriminazione, e il suo presidente Jeffrey Webb”, ricordando alla Federcalcio italiana che “la lotta contro il razzismo è di massima priorità”.

Il 25 luglio scorso Carlo Tavecchio, all’assemblea della Lega Nazionale Dilettanti  – di cui è presidente (uscente) dal 1999 – ha presentato la sua candidatura alla guida della Figc. In quella occasione, in riferimento al numero di giocatori stranieri presenti nei campionati italiani e provenienti da Paesi che non fanno parte dell’Unione europea, aveva pronunciato la seguente frase:

“Le questioni di accoglienza sono un conto, le questioni del gioco sono un altro. L’Inghilterra individua dei soggetti che entrano, se hanno professionalità per farli giocare, noi invece diciamo che Opti Pobà è venuto qua, che prima mangiava le banane e adesso gioca titolare nella Lazio e va bene così. In Inghilterra deve dimostrare il suo curriculum”.

Carlo Tavecchio, 71 anni, vicepresidente vicario della Figc dal 2009. È stato dal 1976 al 1995 sindaco di Ponte Lambro, in provincia di Como. Ha subito cinque condanne per diversi reati, tra cui evasione fiscale e abuso d’ufficio.

Quella della Fifa non è la prima reazione proveniente dall’estero alle parole di Tavecchio. La Commissione Europea ha infatti detto, tramite il portavoce per lo sport, la cultura, l’istruzione e le politiche giovanili che “la non discriminazione è la pietra angolare della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea” e che il razzismo non deve avere posto nel calcio.

La stampa francese, attraverso l’Equipe, si è occupata della vicenda, avvicinando l’immaginario Opti Pobà al francese Paul Pogba, in forza alla Juventus. Un paragone probabilmente dettato dall’assonanza tra i due nomi e forse mosso da un pizzico di nazionalismo.

Si muove in modo diverso, invece, la federcalcio inglese, dopo che la propria nazionale è uscita ai mondiali durante la fase a gironi, proprio come l’Italia. Il candidato alla guida della Fa (Football Association), Greg Dyke, ha notato che l’organigramma della federazione inglese è “in modo troppo preponderante bianco e maschio”, auspicando un cambiamento per poter far rialzare il calcio inglese dopo il brutto risultato del mondiale in Brasile.

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