L’Italia di oggi spezza il cuore, scrive Frank Bruni, opinionista del New York Times.
“Un Paese dove si è persa la speranza nel domani”. Dalle coppie di quarantenni con figli che cercano di fuggire all’estero, spaventate dal tasso di disoccupazione giovanile e preoccupate per il futuro dei figli, agli studenti universitari senza prospettive.
Un’Italia che non è più quella di soli dieci anni fa. Un’Italia da cui i giovani scappano per migrare in massa verso la Gran Bretagna o gli Stati Uniti.
“L’Italia è quello che succede quando un Paese sa benissimo quali sono i problemi, ma non ha né la disciplina né la volontà di risolverli. È quello che succede quando continuano le disfunzioni politiche e un buon governo è solo un miraggio. L’Italia si adagia su quello che ha già invece di costruirci sopra, e per questo la sua economia perde vigore. C’è così tanta bellezza, così tante promesse e così tanti sprechi. L’Italia ti spezza il cuore.”
Bruni non trascura l’aspetto politico della situazione: la recente condanna di Silvio Berlusconi per frode fiscale, insieme a un’interdizione dai pubblici uffici per diversi anni, non ha prodotto quel senso di liberazione e di “nuovo inizio” che ci si sarebbe aspettati. Invece, ha costretto gli italiani a riconoscere che le cose sono peggiorate: l’eccessiva burocrazia che soffoca le imprese, un sistema chiuso che si basa sul favoritismo, la corruzione e il cinismo.
Nel secondo quarto del 2013 il debito pubblico italiano è salito al 133 per cento del PIL: uno dei più alti dell’euro-zona, secondo solo a quello della Grecia. Il declino del PIL italiano è peggiore di quello della Spagna e del Portogallo, e ancora non ci sono segni concreti di ripresa, anche se le stime vedrebbero finalmente smuoversi qualcosa entro la fine di quest’anno.
In visita in Italia, Bruni ha incontrato il sindaco di Roma, Ignazio Marino, che parla della situazione della capitale come uno specchio del Paese intero: mentre è alle prese con viabilità e rifiuti, Marino ha come obiettivo principale una questione ancora più importante, ovvero quella di governare un’amministrazione più trasparente, che si ponga agli antipodi ripetto al metodo italiano di gestire le cose, quello basato su alleanze e favoritismi invece che sul merito.
“Se cambiamo questo, i soldi e gli investimenti arriveranno”, dice Marino, che sostiene di essere tornato in Italia perché, da medico, credeva fosse tempo di curare i malanni della sua terra.
Nel suo viaggio attraverso l’Italia e gli italiani, Frank Bruni ha intervistato anche lo psichiatra Paolo Crepet, che parla di come gli italiani stiano perdendo dinamismo. È un po’ come se “stessero aspettando qualcuno che arrivi a tirarli fuori”, come se “stessero aspettando Godot”.
Per l’editorialista americano è inevitabile il paragone con gli Stati Uniti, per cui teme la stessa sorte di immobile attesa: “Dopo troppi anni di pessimismo arriva il fatalismo. È qui che l’America è diretta?”, si è chiesto Bruni.
L’analisi si conclude con una considerazione: “La mancanza di direzione dell’Italia si può spiegare con una metafora forse fin troppo facile: quei segnali stradali sbiaditi sulle strade, nascosti dalle erbacce che nessuno taglia da troppo tempo o dai rami degli alberi. Sono passato attraverso gli antichi fasti, soffermandomi sullo splendore. Ma non ho idea di dove io sia davvero diretto.”
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