La Commissione europea ha raccomandato di sospendere la procedura di disavanzo eccessivo contro l’Italia, dopo che il governo ha portato il suo deficit di bilancio entro il limite stabilito dell’Ue. Il vice presidente della Commissione Europea Antonio Tajani aveva anticipato ieri la notizia ufficiale con un tweet.
La procedura contro l’Italia iniziò nel 2009, quando Roma aveva violato il massimale del deficit concesso ai Paesi membri dell’Unione europea raggiungendo il 5,5 per cento del Pil. Da quel momento l’Italia venne costretta a una rigida disciplina fiscale sotto il governo dell’ex primo ministro Mario Monti, proprio mentre stava combattendo una profonda recessione.
Il deficit di bilancio è stato riportato entro il limite del 3 per cento del Pil lo scorso anno e per quest’anno il disavanzo sarà del 2,9 per cento. La chiusura della procedura porrà fine allo stretto monitoraggio Ue della spesa pubblica italiana e consentirà di liberare risorse fino a 12 miliardi di euro, secondo quanto ha detto il ministro degli Affari regionali Delrio a La Stampa lunedì scorso.
“L’uscita del nostro Paese dalle procedure per i disavanzi eccessivi dell’Unione europea ci dà grande soddisfazione”, ha commentato il primo ministro Enrico Letta. “L’attuale governo si impegna a rispettare i suoi impegni come membro dell’Ue”, ovvero mantenere il rigore di bilancio del precedente governo tecnico guidato da Mario Monti e tagliare l’insostenibile debito pubblico di oltre 2 mila miliardi di euro.
Urgono però politiche di crescita per sollevare l’Italia dalla sua più lunga recessione degli ultimi decenni. L’Italia è la terza economia più grande della regione euro, ma quest’anno il Pil diminuirà dell’1,8 per cento secondo l’Ocse.
La Commissione ha prorogato di due anni il termine per la Spagna e la Francia per ottenere un deficit di bilancio inferiore al 3 per cento del Pil, mentre ai Paesi Bassi è stato concesso un altro anno.
L’ economia europea si stava deteriorando rapidamente e richiedeva un intervento urgente, ha avvertito il presidente della Commissione José Manuel Barroso. “I Paesi devono fare subito delle riforme per stimolare la crescita e per combattere la disoccupazione, i costi sociali e politici altrimenti saranno altissimi”.
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