Perché i mercati non sono sufficientemente in allarme per ciò che sta accadendo in Italia, che al giorno d’oggi non ha ancora un governo? A chiederselo è l’agenzia di stampa britannica Reuters. “Al contrario di Cipro, che rappresenta solo lo 0,1 per cento della zona euro, l’Italia è la terza economia dell’eurozona; ed è qui che il mondo sembra essere impazzito”.
Non solo Cipro non è rilevante, sostiene Reuters, ma è percepita come un paradiso fiscale sostenuto dai soldi russi. È quindi impossibile che i Paesi abbienti dell’eurozona, come la Germania e l’Olanda, si facciano carico dell’intero costo del piano di salvataggio per un’isola talmente piccola e “insignificante”.
Ma l’odissea italiana è ben altra cosa. “Anche se i mercati finanziari stanno monitorando l’incertezza economica nel Paese, finora non vi è stato alcun segno del panico che si impossessò degli investitori nel 2011, e che portò alla caduta del governo Berlusconi”. Lo spread, ormai barometro principale della fiducia da parte dei mercati, ha chiuso la settimana scorsa a 314 punti, ben al di sotto del 2011, quando raggiunse i 550 punti.
Un default turbolento di Cipro è da evitare, ma non avrebbe effetti poi così disastrosi sulla stabilità dell’euro. Se le cose dovessero invece degenerare per l’Italia, l’Unione europea si ritroverebbe a navigare in acque inesplorate.
Forse il mondo non è impazzito, ma si è temporaneamente paralizzato, in attesa che l’impasse italiano si sciolga. Napolitano ha respinto le accuse secondo cui il processo di formazione di un nuovo governo stia richiedendo troppo tempo. Dalle elezioni è già passato un mese, ma il presidente della Repubblica sostiene che l’Italia si sta muovendo il più velocemente possibile. Speriamo che la pazienza sia la virtù dei forti.