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L’Italia invia mille uomini, aerei e armi in Iraq per fronteggiare l’Isis

Ecco come l'Italia sta decidendo di contribuire alla coalizione internazionale anti-Isis in Iraq. L'analisi di DifesaOnline su TPI

Di TPI
Pubblicato il 19 Apr. 2016 alle 16:53

L’Italia ha più di mille uomini in Iraq. A riportarlo è un documento del Crs (Congressional Research Service), think tank che opera nel ramo legislativo e collabora principalmente con il congresso degli Stati Uniti.

Oltre alle 450 unità che il nostro paese ha schierato a difesa della diga di Mosul, altre 300 unità sono impegnante in compiti di “Training and Advising Mission Contributions” nelle basi di addestramento di Baghdad e Erbil, e 260 unità sono addette alle operazioni di volo di 4 cacciabombardieri Panavia Tornado IDS (Interdiction and Strike), 1 aerocisterna Boeing KC-767A, e 2 UAV MQ-1 Predator (aeromobile a pilotaggio remoto).

Queste cifre vengono indicate come ‘approssimative’ nel documento che riporta per filo e per segno il completo dispiegamento di forze della ‘Coalizione Internazionale’ che da due anni prende parte alla ‘campagna globale’ con l’obiettivo di contrastare distruggere il sedicente Stato islamico (noto sotto gli acronimi di Is, Isis, Isil e in arabo Da’esh). Esso tiene conto solo ed esclusivamente delle informazioni ‘non classificate’ come segrete.

A somme fatte, dei 66 soggetti che hanno aderito alla coalizione, l’Italia compare come quarto contingente per numero di unità dopo Stati Uniti, Francia e Australia.

Le 22 nazioni che contribuiscono militarmente allo sforzo congiunto suddividono i propri sforzi in tre attività principali: raid aerei coordinati (coordinated air strikes), addestramento ed equipaggiamento delle forze di sicurezza (training and equipping local security forces), e operazioni speciali (special operations).

L’Italia ha negato il proprio contributo solamente nel primo di essi: “attacchi aerei coordinati”, insieme a Germania, Portogallo, Nuova Zelanda, Norvegia, Spagna e Svezia.

La Gran Bretagna, che dopo gli Stati Uniti è il paese più attivo nel settore “coordinated air strike” ha 905 uomini impiegati nella campagna anti-Isis, ma solo 275 uomini sono in Iraq. Gli Usa, dopo l’ultimo annuncio del segretario del Pentagono Ash Carter, sono arrivati a 4.087 unità e ad oggi hanno investito circa 5,6 miliardi di euro in operazioni militari contro l’Isis (una media di oltre 10 milioni al giorno nel 2016).

Il Congressional Research Service sottolinea che “ogni paese sta contribuendo alla Coalizione in maniera commisurata agli interessi nazionali (…). Tali contributi sono dunque classificabili come di natura militare o assistenziale. Paesi come la Svizzera e il Giappone, ad esempio, vengono citanti per aver donato all’Iraq aiuti per un valore rispettivamente di 8 e 5,3 milioni di euro.

L’Italia, in aggiunta allo sforzo di uomini e mezzi, ha donato all’Iraq armi per un valore di 2,2 milioni di euro: mitragliatrici, lanciarazzi e 1 milione di munizioni di vario calibro.

Secondo il dipartimento di Stato americano, i 66 membri attualmente parte della coalizione sono: Afghanistan, Albania, Lega Araba, Australia, Austria, Bahrain, Belgio, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Canada, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Egitto, Estonia, Unione europea, Finlandia, Francia, Georgia, Germania, Grecia, Ungheria, Islanda, Iraq, Irlanda, Italia, Giappone, Giordania, Kosovo, Kuwait, Lettonia, Libano, Lituania, Lussemburgo, Macedonia, Malesia, Moldova, Montenegro, Marocco, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Nigeria, Norvegia, Oman, Panama, Polonia, Portogallo, Qatar, Repubblica di Corea, Romania, Arabia Saudita, Serbia, Singapore, Slovacchia, Slovenia, Somalia, Spagna, Svezia, Taiwan, Tunisia, Turchia, Ucraina, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito e Stati Uniti.

— L’analisi di Davide Bartoccini è stata pubblicata da Difesa Online con il titolo “L’Italia in Iraq: mille uomini, aerei e armi contro l’Isis” e ripubblicata in accordo su TPI con il consenso dell’autore 

* Davide Bartoccini, appassionato di storia militare e conflitti bellici del Ventesimo secolo, ha studiato scienze politiche e collabora con giornali e magazine online come freelance. Su Difesa Online si occupa di informazione nell’area mondo militare e di schede tecniche 

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