Nel corso del suo viaggio negli Stati Uniti, il premier Enrico Letta è stato intervistato dal Washington Post sull’attuale situazione del nostro Paese e sulle prerogative del governo italiano.
Il primo tema toccato è stato quello dell’immigrazione: presentando il nuovo piano che prevede il pattugliamento del mare tra la costa libica e le isole di Lampedusa e Malta, il premier ha dichiarato che l’operazione ha come scopo principale quello di evitare la perdita di altre vite, ma allo stesso tempo si propone di contrastare il traffico di esseri umani. “Il problema principale”, ha spiegato Letta, “è che la Libia oggi è un Paese debole, quindi è molto difficile trattare con loro, ma è assolutamente necessario dare una mano.”
Riguardo alla politica economica del governo, Letta ha dichiarato: “Il problema principale è la mancanza di crescita. Ma l’anno prossimo il debito sarà diminuito, il deficit sarà più basso e la spesa pubblica per la prima volta sarà più bassa. Infine, ridurremo le imposte per la prima volta dopo anni.” Ciò sarà possibile puntando sulle privatizzazioni e sulla riduzione delle tasse sul lavoro, che dovrebbero scendere dal 44,3 al 43,3 per cento in tre anni.
Quanto all’Europa, Letta ha ricordato che l’anno prossimo toccherà all’Italia presiedere il Consiglio dell’Unione europea nel secondo semestre e durante quel periodo lui cercherà in ogni modo di promuovere l’integrazione tra i Paesi europei. “L’Unione europea ha bisogno dell’Italia e l’Italia ha bisogno di essere filoeuropea”, ha aggiunto il premier, che si è detto un europeista convinto.
“Il mio vero sogno”, ha dichiarato il primo ministro, “è quello di permettere al mio Paese di cambiare e dare delle possibilità alle nuove generazioni. L’Italia era un Paese in cui i politici erano vecchi, i professori erano vecchi e così via. Abbiamo bisogno di dare opportunità ai giovani. Questa è la mia missione.”