Una donna di 30 anni ha aggredito con schiaffi e pugni una maestra della scuola elementare dell’Istituto Leopardi a Fuorigrotta, nella periferia di Napoli.
La madre di uno degli alunni è entrata in aula e ha cominciato a inveire contro l’insegnante, accusandola di aver strattonato suo figlio e di avergli procurato un livido su un braccio.
Ma l’aggressione non è stata solo verbale: la donna infatti ha colpito la maestra con schiaffi e pugni al volto e alla testa, ferendola gravemente.
Ad assistere alla scena sono stati gli alunni presenti in classe in quel momento.
L’insegnante è stata soccorsa dagli operatori del 118 ed è stata ricoverata all’ospedale San Paolo di Napoli per trauma cranico.
La donna che ha compito l’aggressione è stata denunciata a piede libero per lesioni personali.
Di recente aveva fatto discutere un altro episodio di violenza ai danni di un professore.
Uno studente di Carrara era stato filmato dai compagni mentre insultava il professore, “colpevole” di non avergli messo sei nella verifica.
Dal video si capisce che la discussione era nata dopo un voto negativo dato dal professore al ragazzo.
I toni dello studente sono tutt’altro che rispettosi “Prof, non mi faccia incazzare! Non mi faccia incazzare! Mi metta sei!” e aggiunge “Lei non ha capito nulla!”,
Il video termina con il ragazzo che urla al professore “chi è che comanda?! Si metta in ginocchio”.
Su Youtube ci sono molti video come questo, provenienti da tutta Italia. E quando la violenza verbale non è sufficiente, gli studenti passano a quella fisica.
Casi analoghi si sono ripetuti solo quest’anno anche a Foggia e Torino.
Gli episodi di violenza ai danni degli insegnanti sono sempre più frequenti e vedono protagonisti tanto i genitori quanto gli alunni.
Per trovare una soluzione, i docenti hanno lanciato sulla piattaforma Change.org una petizione diretta al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e sono riusciti a raccogliere più di 52mila firme.
“Serve una norma che istituisca e soprattutto rafforzi la figura dell’insegnante quale pubblico ufficiale, che inasprisca le pene laddove ci sono episodi di violenza conclamati, che tuteli la libertà di insegnamento e restituisca agli insegnanti un ruolo di primo piano”, si legge nel testo della petizione.
“Occorre una legge che comporti sanzioni che siano da esempio educativo per le generazioni future, serve una norma che tuteli il libero esercizio dell’insegnamento quale base per la crescita delle generazioni che verranno. Serve una legge atta a prevenire episodi del genere che si aggiungono alla non facile situazione del comparto scuola, maltrattato sul piano economico, giuridico e sociale”.
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