Dopo l’incontro di Parigi con il presidente francese Emmanuel Macron e il generale Khalifa Haftar, il premier libico al-Sarraj ha incontrato a Roma il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.
“L’incontro di oggi è di particolare importanza perché avviene all’indomani di quello di Parigi che l’Italia si augura produca risultati importanti nelle prossime settimane e nei prossimi mesi”, ha detto Gentiloni in conferenza stampa. “Voglio ringraziare la Francia e Macron, che a questo incontro ha lavorato con impegno personale. Se si fanno passi avanti in Libia il primo tra i paesi europei a esserne felice è l’Italia”.
Al-Sarraj ha confermato l’impegno della comunità internazionale per la pacificazione del suo paese.
“Dobbiamo tutti pensare che quello che è successo ieri a Parigi è il risultato di quello che tutti i nostri paesi amici hanno cercato di fare”, ha detto il premier libico, che ha sottolineato anche il ruolo particolare del governo di Roma. “L’Italia ha sempre cercato di coinvolgere tutte le parti politiche. La ringrazio per gli sforzi fatti insieme alla nostra Guardia Costiera: vogliamo che i nostri militari riescano a bloccare l’immigrazione e per questo dobbiamo avere la tecnologia per il controllo delle coste”.
Gentiloni ha poi rivelato che il governo libico ha chiesto all’Italia di fornire supporto navale per combattere il traffico di esseri umani nelle sue acque territoriali.
“Questa richiesta, al momento al vaglio del nostro ministero della Difesa, può rappresentare un punto di novità molto importante nella lotta ai trafficanti”, ha detto il presidente del Consiglio italiano. “Le decisioni che prenderemo verranno valutate non solo ovviamente con le autorità libiche, ma anche con il Parlamento”.
Il presidente del Consiglio ha poi lodato la decisione della Commissione europea di garantire 100 milioni di euro e una task force per gestire gli interventi di sostegno all’Italia.
Al-Sarraj, inoltre, ha sottolineato l’importanza della stabilizzazione del suo paese come parte della soluzione al problema degli sbarchi. In questo quadro va inserito l’accordo di Parigi tra il premier libico e Haftar. Secondo i diplomatici occidentali e del Medio Oriente, non ci sarà pace nel paese nordafricano senza un coinvolgimento del generale libico che aveva servito sotto il precedente regime di Muammar Gheddafi.
A Parigi, i due politici libici, sotto la supervisione delle Nazioni Unite, si sono impegnati a lavorare insieme per indire le elezioni nel paese al più presto possibile e mettere fine alla violenza tra le fazioni in lotta, composte da una miriade di gruppi armati che hanno cominciato a operare nel paese dopo il 2011.
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