È morto dopo otto mesi di agonia nell’ospedale di Padova, dove si trovata ricoverato in rianimazione. Marian Bratu, 43 anni, era uno dei cinque operai investiti lo scorso 13 maggio da una “bomba di calore” sprigionatasi a causa di un incidente alle Acciaierie Venete.
Quella domenica mattina una siviera carica di acciaio incandescente si rovescia a terra, provocando una bomba di calore che investì il gruppo di operai.
Bratu, che riportò ustioni sul 90 per cento del corpo, venne immediatamente ricoverato in ospedale e dopo le cure nel reparto Grandi Ustioni era stato trasferito in Rianimazione.
L’incidente alle Acciaierie Venete
Il 13 maggio 2018, alle Acciaierie Venete di riviera Francia, nella zona industriale di Padova, il grave incidente sul lavoro.
Due operai sono stati trasportati in condizioni gravissime, con ustioni su tutto il corpo, dopo essere stati colpiti dal getto incandescente di acciaio fuso.
Un altro operaio è stato ricoverato a Verona con ustioni presenti sul 70 per cento del corpo.
Un quarto lavoratore, invece, è stato trasportato all’ospedale Sant’Antonio di Padova.
L’intervento dei vigili del fuoco, intervenuti con tre squadre anti-incendio che sono accorse nel reparto fonderia, è scattato alle ore 7:50.
La causa dell’incidente è stata la rottura di alcuni supporti che sostengono i tubi nei quali scorre l’acciaio allo stato liquido.
Proprio il materiale incandescente ha poi investito i dipendenti.
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