L’incendio che a Parigi ha devastato la cattedrale di Notre Dame, scoppiato ieri intorno alle 19.00, ha commosso tutto il mondo. Stamattina è arrivata la notizia che l’edificio centrale e i suoi capolavori sono stati messi in salvo ed è già partita la campagna per la ricostruzione.
Tra i tanti messaggi di solidarietà arrivati da tutto il mondo ce ne è stato uno particolarmente commovente: il tweet del Teatro La Fenice di Venezia andato distrutto dopo un rogo doloso nel 1996.
“Siamo stati assaliti dal fuoco due volte, ma dal fuoco due volte siamo risorti più forti di prima. Siamo al vostro fianco, amici, non temete!”, si legge sulla pagina ufficiale del Teatro veneziano.
Purtroppo anche il nostro Paese ha avuto gravi precedenti quanto a incendi che hanno devastato edifici storici: uno di questi è appunto il rogo doloso appiccato nel soffitto del foyer che, nella notte del 29 gennaio 1996, distrusse il Teatro La Fenice di Venezia.
Dopo anni di lavori, il 14 dicembre 2003 la nuova struttura venne ufficialmente inaugurata con un concerto in diretta tv diretto da Riccardo Muti.
Solo qualche anno prima un altro incendio spaventoso aveva colpito un gioiello artistico italiano: il Teatro Petruzzelli di Bari. Nella notte tra il 26 e il 27 ottobre 1991 la struttura venne divorata da un incendio, anche in questo caso, di origine dolosa: proprio il crollo della cupola permise di scongiurare il peggio in quanto soffocò le fiamme stesse.
Dopo anni di restauri, con fondi interamente pubblici, il Teatro venne restituito alla città il 7 settembre 2009. C’è un altro clamoroso caso che scosse tutta Italia: era la notte tra venerdì 11 e sabato 12 aprile 1997, poco prima di mezzanotte.
A Torino un terribile incendio si propagò in fretta nella Cappella della Sindone, capolavoro del barocco italiano, che si trova tra il Duomo e Palazzo Reale.
Le fiamme devastarono l’opera progettata dall’architetto Guarino Guarini ma non arrecarono alcun danno alla Sindone, il lenzuolo che secondo la tradizione cristiana sarebbe stato usato per avvolgere il corpo di Cristo nel sepolcro.
La Sindone, qualche anno prima, era stata trasferita nella Cattedrale per consentire i lavori di restauro della Cappella ed era custodita in una teca antiproiettile al centro del coro: la stessa fu però sfondata con una mazza da 4 chili dai vigili del Fuoco che preferirono comunque portarla via.
Dopo 21 anni di restauro la Cappella del Guarini ha riaperto al pubblico lo scorso novembre ma la Sindone ora si trova nel Duomo. In quel rogo andarono purtroppo persi alcune decine di quadri di valore.
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