Sciopero all’Ilva. I sindacati dei metalmeccanici di Cgil, Cisl, Uil e Usb hanno proclamato per l’11 settembre “nel permanere delle condizioni attuali” uno sciopero in tutti gli stabilimenti Ilva per protestare contro la mancata convocazione da parte del governo. È il primo sciopero contro l’attuale governo.
Nei giorni scorsi avevano già comunicato con una lettera al vicepremier Luigi Di Maio l’intenzione di partire con la mobilitazione se non ci fosse stato un incontro.
“Attendiamo dal 6 agosto”, scrivono Fim-Cisl, Fiom-Cgil Uil e Usb, “le risorse finanziarie sono ormai quasi esaurite e il 15 scade l’amministrazione straordinaria”.
“Siamo ancora in attesa di notizie per la ripresa del negoziato e la valutazione di legittimità da parte del ministero della gara per l’aggiudicazione del gruppo Ilva”, si legge nella lettera inviata dai sindacati al premier Giuseppe Conte e al ministro dello Sviluppo economico e del lavoro Di Maio.
“Lunedì 27 agosto abbiamo unitariamente sollecitato il governo a convocare tutte le parti e ad oggi non abbiamo ancora avuto risposta. Ricordiamo che le risorse finanziarie sono ormai quasi esaurite e il 15 scade l’amministrazione straordinaria”, è scritto nella nota firmata da Marco Bentivogli (Fim Cisl), Francesca Re David (Fiom Cgil), Rocco Palombella (Uilm Uil) e Sergio Bellavita (Usb).
I sindacati, pertanto, convocano “nel permanere delle condizioni attuali, la mobilitazione generale di tutto il gruppo Ilva per l’11 settembre con scioperi in tutti gli stabilimenti del gruppo e presidio al ministero”.
Per il ministro Luigi Di Maio, si complica l’affare sull’impianto siderurgico.
L’Anac e l’Avvocatura du Stato avevano evidenziato che la gara per l’assegnazione, vinta da ArcelorMittal, è stata viziata ma non ci sarebbero estremi per annullarla. A tale proposito, il vicepremier Di Maio aveva parlato di “delitto perfetto” e aveva affidato al ministero guidato da Sergio Cosa una verifica del piano ambientale.
Due ore dopo la proclamazione dello sciopero, è arrivata la convocazione del ministero.
Nei giorni scorsi Di Maio aveva sottolineato la necessità che le organizzazioni sindacali continuassero a parlare con ArcelorMittal, l’azionista di maggioranza della cordata AmInvestco, ma per i sindacati non ci sarebbero state più le condizioni per far ripartire la trattativa.
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