Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
Home » News

Ilva, Di Maio: “Le proposte di Arcelor Mittal non sono ancora soddisfacenti”

Credit: Afp

Il ministro dello Sviluppo economico ha parlato dopo l'incontro al Mise con 62 sigle: bocciato il piano ambientale della multinazionale che vuole acquistare l'acciaieria

Di Marta Facchini
Pubblicato il 30 Lug. 2018 alle 12:51 Aggiornato il 30 Lug. 2018 alle 15:44

Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, ha bocciato il piano migliorativo sull’Ilva presentato da Arcelor Mittal, la multinazionale che punta ad acquisire l’acciaieria.

“Le proposte migliorative del piano ambientale non sono ancora soddisfacenti”, ha dichiarato il ministro al termine dell’incontro tenuto il 30 luglio 2018 al Ministero dello Sviluppo economico (Mise), al quale hanno partecipato una sessantina di sigle, tra enti locali, associazioni e soggetti vari.

“Sul piano ambientale si sono anticipate delle date per la realizzazione di alcuni obiettivi”, ha spiegato il ministro: date che “erano probabilmente quelle che bisognava prevedere nella procedura di gara quando si sono presentate”, ha aggiunto. “Con questi tempi e con questi termini rimediamo in parte alle criticità che sono state espresse dall’Anac”.

Quanto alla procedura di assegnazione, il ministro ha spiegato di aver chiesto un parere all’Avvocatura dello Stato: “Se emergerà che il governo precedente ha sbagliato la gara, se ne dovrà prendere le responsabilità. Se ci saranno rilievi e criticità, reati commessi, porterò tutte le carte in Procura”.

Sul piano occupazionale, Di Maio ha ribadito che ArcelorMittal vuole discuterne direttamente con l’azienda. “Il piano occupazionale sarà discusso credo domani tra sindacati e azienda”, ha anticipato il ministro, sottolineando che sul lavoro “è chiaro ed evidente che l’azienda vuole discutere direttamente con i sindacati, cosa che noi non abbiamo mai impedito”.

Immediate le reazioni delle sigle sindacali: “Il piano ambientale è strettamente legato al piano industriale e all’obiettivo della piena occupazione”, hanno detto in una nota Francesca Re David, segretaria generale Fiom Cgil e Maurizio Landini, segretario nazionale Cgil.

“Ci aspettiamo che il ministro Di Maio convochi al più presto un tavolo, perché non c’è più spazio per trattative solo tra le organizzazioni sindacali e l’azienda, che finora peraltro non hanno prodotto nessun risultato. Nel caso in cui si raggiunga un’ipotesi di accordo, dovrà comunque essere sottoposta al voto e all’approvazione di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori”, hanno concluso.

Per Rocco Palombelli, segretario generale della Uilm, “tutte le migliorie apportate al piano ambientale di Ilva sono un punto di forza e ci trovano favorevoli. Se il piano ambientale e industriale vanno di pari passo ci aspettiamo l’anticipazione dei tempi anche sulla ripresa della trattativa sindacale”.

Di Maio ha anche risposto alle perplessità espresse da alcuni sull’allargamento del confronto con il governo a 62 soggetti, che potrebbe rallentare i tempi di soluzione della vicenda.

Il ministro, pur riconoscendo la metodologia “inusuale”, ha rimarcato che il metodo del Movimento 5 Stelle è quello di volere “ascoltare tutti” e rendere partecipi “tutti i soggetti interessati”.

“So bene che è una procedura inusuale, ma ci tenevo a far vedere a tutti i soggetti interessati l’evoluzione del piano da parte di Mittal”, ha dichiarato il ministro Omnibus su La7.

“Il tema è sempre lo stesso: per anni ci sono state tante parti del Paese che non sono state ascoltate” ha attaccato il titolare del Mise. “ArcelorMittal ha chiesto di voler spiegare il piano a tutti gli stakeholder”.

La decisione non era stata condivisa dai sindaci della provincia di Taranto, che hanno deciso di non partecipare all’incontro.

Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melici, ha definito l’incontro al Mise una “sceneggiata” e ha detto che “non si presterà a questo dilettantismo spaccone che il ministro Di Maio ci spaccerà sicuramente per trasparenza e democrazia, ma che in realtà è solo una sceneggiatura ben congegnata per coprire il vuoto di proposte e di coraggio”.

Anche i sindacati, dalla Fiom alla Fim-Cisl, le sigle che rappresentano l’85 per cento dei lavoratori dell’azienda, hanno detto di essere molto scettici sull’iniziativa del ministro.

Il presidente della regione Puglia Michele Emiliano, entrando al Mise per il vertice, aveva affermato che “la salute delle persone” viene prima “dell’occupazione e degli interessi strategici del paese”.

“È chiaro che oggi sono assolutamente felice che tutte le organizzazioni siano qui, questa non è una decisione tecnica ma c’è da rendere trasparenti i dati sui quali verrà presa la decisione dal ministro. Adesso non solo c’è tutta la regione Puglia ma anche i singoli esponenti. Io non mi sento minimamente diminuito nel mio ruolo di Presidente dal fatto che ci siano tutte le associazioni anzi mi sento vicino alla comunità”.

Il 24 luglio la multinazionale Arcelor Mittal ha reso noto di aver accettato tutte le richieste fatte dai commissari straordinari dell’Ilva per dare il via libera all’acquisizione dell’acciaieria.

Il gruppo indiano nel giugno 2017 ha vinto una gara pubblica che gli ha consentito di sottoscrivere un accordo con l’allora ministro Calenda per assumere il controllo parziale sull’Ilva.

In base a quell’intesa, Arcelor Mittal ha messo le mani sull’acciaieria con la formula dell’affitto, obbligandosi a procedere in seguito alla sua acquisizione, e ha avviato una fase negoziale con i commissari straordinari che dal 2015 guidano l’azienda.

Il nuovo governo, appena insediato, ha chiesto all’Anac di indagare sulle regolarità della procedura di gara e l’autorità guidata da Raffaele Cantone ha rilevato alcuni punti sospetti.

I dubbi espressi dall’Anac hanno reso ancor più complessa una vicenda in cui si scontrano due principi: quello della tutela dell’ambiente e quello della tutela del lavoro.

Leggi l'articolo originale su TPI.it
Mostra tutto
Exit mobile version