Il sindaco di Roma Ignazio Marino è stato indagato dalla procura di Roma con le accuse di peculato e concorso in falso in atto pubblico in relazione alle cene personali che avrebbe pagato con la carta di credito del comune.
Il sindaco, dimessosi in seguito alla rivelazione del suo coinvolgimento in questo scandalo, aveva annunciato il ritiro delle sue dimissioni.
La mattina del 30 ottobre il legale di Ignazio Marino ha confermato che il sindaco sarebbe indagato. Nei giorni immediatamente successivi alle proprie dimissioni, Ignazio Marino si era recato spontaneamente in procura per chiarire la propria posizione, e aveva dichiarato che, al momento, non era indagato.
Secondo quanto riportato dal quotidiano la Repubblica, gli argomenti usati da Marino in quell’occasione si sarebbero rivelati autoincriminanti: il sindaco, infatti, aveva dichiarato di non essere stato lui ad aver firmato le richieste di rimborso al centro delle attenzioni della procura, fatto che lo avrebbe portato a essere indagato per falso in atto pubblico.
Sempre la Repubblica ha reso noto che il sindaco era informato di essere indagato dal 28 ottobre, il giorno prima del suo ritiro delle dimissioni.
L’assessore dimissionario ai Trasporti, Stefano Esposito, ha confermato a SkyTg24 che Marino sarebbe stato già al corrente del fatto di essere indagato nel momento in cui ha ritirato le proprie dimissioni da sindaco. “Ho dato la mia lealtà a un bugiardo” ha poi aggiunto Esposito.
Intanto, i consiglieri comunali di Roma si starebbero preparando alle dimissioni di massa: se la maggioranza di essi, ovvero almeno 25, aderisse simultaneamente all’iniziativa, il consiglio comunale decadrebbe automaticamente, e con esso anche il sindaco.
In questo modo, Ignazio Marino non potrebbe andare in aula Giulio Cesare – sede dell’Assemblea capitolina – e avere un confronto con i consiglieri comunali e, eventualmente, un voto di sfiducia.
Alle 12 il sindaco si è recato presso l’Auditorium di Roma per parlare pubblicamente delle nomine dei nuovi dirigenti della struttura. Nell’occasione ha dichiarato che si chiede come mai le forze politiche stiano usando ogni strumento per evitare un confronto in aula come chiesto da Marino.
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