Hina Saleem è la ventenne pakistana che è stata uccisa dal padre a coltellate nell’estate del 2006 perché considerata “troppo occidentale” per i canoni della famiglia.
Il padre voleva una figlia musulmana devota e obbediente, ma per lui Hina era troppo libera così 12 anni fa la uccise a coltellate e poi la seppellì nel giardino di casa a Ponte Zanano di Sarezzo in provincia di Brescia, con il capo rivolto verso la Mecca.
Hina Saleem ora riposa nel cimitero Vantiniano, grazie a un benefattore anonimo che la sistemò lo scorso giugno in una lapide. Sulla tomba di Hina ci sono una luna, una stella e una scritta: “La tua famiglia”. Accanto la foto della ragazza. Nell’immagine Hina sorride e indossa una canottiera fucsia.
Ma la foto di Nina non era gradita al fratello. Non c’è pace per lei, nemmeno da morta.
“Ho tolto la foto per questioni di decoro. Quell’ immagine non andava bene. Hina era troppo spogliata, indossava una canottiera rosa e per la nostra religione non è rispettoso apparire così su una tomba. Anche nelle vostre chiese non si può entrare in quel modo”.
Così Suleman, 26 anni, fratello maggiore di Hina, che dopo l’arresto del padre è diventato il capofamiglia ha deciso di staccare la foto della sorella dalla lapide.
Il fratello ha dichiarato di aver agito “solo dopo averne parlato” con la sua famiglia e ha promesso che sceglierà “un’immagine più decorosa” per ricordare la sorella.
Suleman, quando Hina fu massacrata e sepolta in giardino dal padre era in Pakistan con la madre Bushra.
Il padre si trova ora in carcere dove deve scontare una pena di 30 anni. Secondo la Cassazione Hina non fu uccisa per “motivi religiosi e culturali”, ma per “un patologico e distorto rapporto di possesso parentale”.
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