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    Libia, il generale Haftar avverte: “L’ambasciatore italiano non è più gradito ai libici”

    L'uomo forte della Cirenaica, nel corso di un'intervista, ha avvertito l'Italia spiegando che il paese deve "cambiare radicalmente politica" nei confronti della Libia

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 11 Ago. 2018 alle 18:56 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 09:16

    Il generale libico Khalifa Haftar, il comandante delle forze armate nonché uomo forte della Cirenaica, ha dichirato che la presenza dell’ambasciatore italiano a Tripoli, Giuseppe Perrone, “non è più gradita per la maggioranza del libici”.

    Le dichiarazioni del comandante Haftar fanno seguito alle accuse mosse nei giorni precedenti contro il diplomatico italiano, colpevole secondo i libici di aver dichiarato in una trasmissione televisiva che la Libia non è ancora pronta per le elezioni.

    “Le dichiarazioni dell’ambasciatore italiano vanno contro la sovranità libica e il principio di titolarità nazionale del processo politico”, ha spiegato il generale Haftar.

    “Noi riteniamo che l’ambasciatore italiano non è più gradito dalla maggioranza dei libici”, ha sottolineato Haftar in un’intervista con il quotidiano libico online Al Marsad, L’Osservatorio.

    “L’ambasciatore italiano, come qualsiasi altro funzionario straniero, non ha il diritto di intervenire in questa materia, che appartiene solo ai libici”, ha spiegato il generale ne corso dell’intervista.

    “Le sue osservazioni sono una chiara provocazione per il popolo libico e una palese interferenza nei suoi affari interni, e i libici hanno dimostrato la loro contrarietà a queste affermazioni in varie piazze”, ha continuato il generale.

    “Hanno dichiarato inoltre il loro impegno per lo svolgimento delle elezioni a dicembre come unica soluzione per uscire dalla crisi attuale”.

    “Il Comando generale delle forze armate considera queste dichiarazioni contrarie alla Convenzione di Vienna del 1961 sulle relazioni diplomatiche”, ha spiegato il militare, “e alle norme e le tradizioni diplomatiche, in quanto si ritiene che ogni tentativo di boicottare le elezioni abbia come scopo quello di prolungare la crisi e lo stato di divisione e caos, aumentando la sofferenza del popolo libico”.

    Inoltre, il generale Haftar ha chiesto all’Italia di “cambiare radicalmente la sua politica estera nei confronti della Libia”.

    “La politica estera italiana nei confronti della Libia”, ha continuato il generale, “necessita di una riforma e di un cambiamento radicale che si basi sull’applicazione, letterale e pratica, degli accordi di amicizia, partenariato e cooperazione siglati tra i due Paesi nel 2008 con cui si garantisce un futuro migliore per i rapporti tra i due Paesi e i due popoli”.

    In più, Haftar ha voluto ricordare la sua ferma opposizione a “qualsiasi presenza militare italiana su suolo libico”.

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