Beppe Grillo, fondatore e garante del Movimento Cinque Stelle, aumenta le distanze dai suoi. Dopo le polemiche dei giorni scorsi, Grillo torna con un nuovo affondo: “Se voti Si vuol dire No
Se voti No vuol dire Si. Siamo tra il comma 22 e la sindrome di Procuste!”, ha detto il comico.
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La base del Movimento Cinque Stelle è infatti stata chiamata a votare sull’autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini per il caso Diciotti. Il quesito, come fa notare Grillo, ha generato una serie di dubbi e ironie, per il modo contorto in cui è posto.
Sul Blog delle Stelle, che annuncia il voto di domani, 18 febbraio, si legge:
Il ritardo dello sbarco della nave Diciotti, per redistribuire i migranti nei vari paesi europei, è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato?
– Sì, quindi si nega l’autorizzazione a procedere
– No, quindi si concede l’autorizzazione a procedere
In psicologia, per sindrome di Procuste si intende il sentimento di disprezzo provato nei confronti di quegli individui che hanno maggiori capacità e talento. La sindrome spesso di accompagna con uno sminuire o sabotare la persona disprezzata.
Per comma 22 invece si intende il paradosso che riguarda un’apparente possibilità di scelta in una regola o in una procedura, dove, in realtà, per motivi logici nascosti o poco evidenti, non è possibile alcuna scelta ma vi è solo un’unica possibilità.
Martedì 19 febbraio, la Giunta per le autorizzazioni sarà chiamata a decidere se il ritardo dello sbarco dei migranti dalla nave Diciotti sia stato deciso “per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell’esercizio della funzione di Governo”. In questo articolo abbiamo riassunto il caso Diciotti e le accuse a Matteo Salvini.
Il Movimento Cinque Stelle si trova in una situazione scomoda dal momento che da una parte Salvini è l’alleato di governo del Movimento Cinque Stelle, che ne appoggia la linea sui migranti, dall’altra c’è una vecchia presa di posizione del M5s a favore dell’autorizzazione a procedere per non fare “sconti” ai parlamentari.
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