Trenta membri del Consiglio superiore di Sanità sono stati “schedati” e il loro precedenti politici sono stati analizzati dal Movimento Cinque Stelle. A rivelarlo è il quotidiano la Repubblica. Secondo le “indagini” richieste dalla ministra Grillo, come da lei stesso confermato, cinque erano stati etichettati come vicini al vecchio sistema di centro destra.
I membri di nomina del Consiglio erano stati revocati lo scorso 3 dicembre. Il consiglio superiore di sanità era stato nominato nel dicembre 2017 con un mandato di 3 anni. La ministra Grillo ha deciso però di revocare le nomine e procedere con delle nuove.
La prassi di cambiare alcuni membri del Consiglio da parte di un nuovo governo è consolidata, ma nessuno aveva mai deciso di cambiare in blocco tutti i membri. Il Consiglio superiore di sanità ha il compito di dare indicazioni al ministero della Salute su determinati argomenti.
“Ho chiesto una verifica sulle precedenti nomine. Serve nuova linfa, coinvolgere personalità rimaste ai margini”, ha detto la ministra Grillo rivendicando l’inchiesta.
“Quel testo non è un dossier, ma costituisce un appunto del tutto informale che ho chiesto in chat ai miei colleghi parlamentari dopo aver sciolto la commissione. Perché l’ho fatto? Perché a seguito dello scioglimento del Consiglio superiore da più parti, in primis dalle dichiarazioni della ex presidente Siliquini, si chiedeva di agire separando la politica dalla scienza”, ha detto la ministra Grillo.
“Semplicemente nel corso di normali interlocuzioni, ho chiesto ai colleghi se avevano notizie di attività politica da parte degli ormai ex membri. Non ho mai avviato dossieraggi (e mai lo farò). Mi interessava semplicemente capire in vista di nuove nomine qualche nota di rilievo pubblica di cui non ero a conoscenza. Ho dichiarato che alcuni ex componenti avrebbero potuto essere rinominati, mi interessava avere qualche informazione”, prosegue la ministra nel suo post Facebook.
“Sottolineo che dal testo non vi sono demeriti: nessuno è così folle da pensare che aver operato un ex presidente del Consiglio possa costituire una nota negativa o che avere una moglie che ha collaborato con un esponente politico dell’opposizione possa costituire un vulnus”.
Dura la reazione delle opposizioni. Il Partito democratico sta valutando una mozione di sfiducia nei confronti della ministra. Trentacinque senatori Pd hanno firmato un’interrogazione urgente in cui chiedono se “gli esiti dell’indagine sul Consiglio superiore della Sanità abbiano influenzato la scelta di rimuovere i suoi componenti due anni prima della naturale scadenza”.
Dalle opposizioni c’è chi definisce l’indagine una “lista di proscrizione”. “Ormai siamo alle liste di proscrizione. La schedatura politica degli scienziati membri del Consiglio superiore di Sanità, voluta dalla ministra Giulia Grillo, è un affronto intollerabile al nostro sistema e ai nostri valori democratici. La sua iniziativa non è compatibile con il ruolo che ricopre”, ha detto Raffaella Paita.
Il senatore di Forza Italia Francesco Giro chiede le dimissioni della ministra: “Questa è un’operazione di dossieraggio fascista per procedere all’epurazione politica di almeno sei scienziati di chiarissima fama. La ministra da oggi è incompatibile con il suo ruolo di guida amministrativa e politica di un settore così delicato e complesso come quello della sanità pubblica”.
Il candidato alla segreteria del Pd, Maurizio Martina, su Facebook scrive: “Noi difenderemo sempre la libertà della scienza, non consentiremo mai nessun bavaglio antiscientifico.
“Schedare gli scienziati sulla base del proprio orientamento politico è inaudito. Distinguere i buoni dai cattivi, in medicina e nella scienza, sulla base della vicinanza al proprio schieramento è una vergogna inaccettabile. Chiedere addirittura di segnalare nei curriculum vitae eventuali attività, anche passate, di natura politica proprie e dei propri familiari è persino una forzatura in aperto contrasto con la Costituzione. Vogliono imbavagliare la scienza”, scrive Maurizio Martina. “Omologare alla loro ideologia antiscientifica un intero Paese. Non riporteranno l’Italia nel Medioevo”.
Ma le critiche arrivano anche dagli stessi Cinque Stelle. La senatrice Elena Fattori, membro della Commissione Sanità, ha detto: “Non esiste Paese al mondo dove uno scienziato venga valutato per le sue opinioni politiche. In Italia purtroppo succede da decenni e se non sei affiliato a qualcuno difficilmente riesci a fare carriera in un ente pubblico. La soluzione, però, non è ora epuriamo quelli della vecchia politica e facciamone entrare dei nuovi a noi fedeli. La soluzione è molto semplice: valutiamo le competenze e prendiamo i migliori”
Intanto il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha annunciato che il professor Walter Ricciardi sarà consigliere per la ricerca e l’innovazione per la Regione. Il presidente dell’Istituto superiore di sanità Walter Ricciardi il 19 dicembre 2018 aveva annunciato le sue dimissioni, come già anticipato in una lettera inviata alla ministra della Sanità, Giulia Grillo.
In un’intervista al Corriere della Sera, Ricciardi ha spiegato quali sono state le motivazioni che lo hanno portato ad abbandonare l’Iss.
“Dopo 4 anni e mezzo di lavoro intensissimo avevo raggiunto gli obiettivi che mi ero prefissato: il risanamento economico-finanziario, la riorganizzazione, il rilancio dell’Istituto. (…) La collaborazione tra l’Istituto e l’attuale governo però non è mai decollata. Al contrario, su molti argomenti alcuni suoi esponenti hanno sostenuto posizioni ascientifiche o francamente antiscientifiche”.