Nella sua rubrica il Caffè, per il Corriere della Sera, Massimo Gramellini ha criticato le parole del fratello di Cesare Battisti, in difesa dell’ex terrorista.
Vincenzo Battisti ha dichiarato a Il Messaggero che crede nell’innocenza del fratello: “I processi furono in contumacia. È stato condannato contumace su accuse dei pentiti che volevano salvarsi, se Cesare parla crolla la politica, questa è la verità”, ha detto [i reati per cui è stato condannato Battisti].
E ancora: “Pensioni, debito… Con il rientro di Cesare abbiamo risolto tutti i problemi, vero?”.
“Proprio tutti, no”, risponde Gramellini dalla sua rubrica. “Ma uno, sì. La certezza della pena, e non è poca cosa in un Paese come il nostro, dove le sentenze definitive sono considerate opinioni, al massimo stati d’animo”.
Il giornalista osserva che, pur dopo l’arresto di Cesare Battisti, molti problemi continuano a sussistere: “L’economia continua ad ansimare e Salvini a posporre all’anno del mai il taglio drastico delle tasse per cui il Nord lo ha votato”. “Però da qualche parte bisognava pur cominciare a rimettere in circolo un po’ di fiducia”, riflette.
“Non c’è dubbio che l’arresto di un assassino condannato in Cassazione per quattro omicidi, e latitante da 37 anni dopo una fuga ingloriosa e la copertura ideologica dei ‘gilet rossi’ francesi — convinti fin dai tempi di Mitterrand che il terrorismo di sinistra sia stato una rivoluzione e non una parata di feroci narcisi — contribuisca a restituire prestigio alle istituzioni del Paese di cui anche il fratello di Battisti fa parte”, rimarca Gramellini.
Il giornalista conclude con un messaggio rivolto al familiare dell’ex terrorista: “Se il suo modo di argomentare si diffondesse, ognuno potrebbe evadere il fisco o parcheggiare nel posto riservato ai portatori di handicap e, preso in castagna, schermirsi dicendo che i problemi sono altri. In effetti parecchi già lo fanno, forse questo è il problema”.
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